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LA SENTENZA

Corte UE: in Europa solo carni con requisiti "irreprensibili"

Corte UE: in Europa solo carni con requisiti "irreprensibili"
Non entrano nella UE carni di pollame con salmonella e con certificati di laboratorio alterati: il Reg (CE) n. 854/2004 vince la causa contro due big dell'export mondiale.


La Corte di Giustizia Europea ha respinto il ricorso di due produttori di carne brasiliani, fra i più grandi esportatori al mondo di prodotti di origine animale. I due colossi avevano contestato il divieto di esportazione in Europa per motivi di salute pubblica, ai sensi del regolamento (CE) n. 854/2004.

Gli stabilimenti dei due produttori -  dal 2018-  non sono più riconosciuti dalla Commissione Europea, perchè le autorità brasiliane non hanno più dato le dovute garanzie. Alcuni controlli avevano rivelato la presenza di salmonella nella loro carne di pollame e nelle loro preparazioni a base di carne di pollame. Inoltre erano stati accertati casi di frode riguardanti la certificazione di laboratorio per le carni e i prodotti a base di carne esportati nell'Unione. Di qui la messa al bando dal mercato unionale.

L’obiettivo del regolamento n 854/2004 - spiega la Corte- è la tutela della salute pubblica. "La Commissione è libera di stabilire la soglia di affidabilità delle garanzie offerte dalle autorità competenti di un paese terzo a un livello particolarmente elevato, potendo così spingersi fino ad esigere prestazioni praticamente irreprensibili da parte delle autorità competenti dei Paesi terzi". Nessun eccesso e nessun abuso da parte dell'Esecutivo di Bruxelles dunque.

In sentenza, i Giudici unionali hanno aggiunto che la natura stessa della frode in questione, relativa alla certificazione dei laboratori per le carni, " è tale da mettere in discussione l’affidabilità delle garanzie che le autorità brasiliane sono tenute a offrire ai sensi del regolamento n. 854/2004, circostanza che rende i prodotti provenienti da tali stabilimenti suscettibili di presentare un rischio per la salute umana".

E proprio tenuto conto dell’obiettivo di tutela della salute umana, la Commissione è "autorizzata a reagire ai sospetti concreti di frode in merito alla certificazione di prodotti quando tali sospetti fanno sorgere un serio dubbio sulla capacità sistemica delle autorità del paese terzo di offrire le garanzie previste nel regolamento n. 854/2004, senza attendere il risultato definitivo di tali indagini".

Il comunicato della Corte di Giustizia Europea