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LINCONTRO

Il Veneto a Bruxelles per chiedere la modifica dello status del lupo

Il Veneto a Bruxelles per chiedere la modifica dello status del lupo
In cinque anni i lupi sono aumentati da 2 a 38. "Non è una specie a rischio di estinzione". In nove mesi uccisi 258 capi di bestiame.

Nei giorni scorsi, l’Assessore all’Agricoltura del Veneto si era rivolto al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e ai massimi organi della Ue  per chiedere la revisione dello status di ‘specie protetta’ in funzione delle caratteristiche del territorio in cui il lupo è insediato. Il documento della Giunta regionale del Veneto evidenziava criticità e nuove problematiche nella gestione del carnivoro, suggerendo un tetto massimo di esemplari sostenibile nei territori dove siano presenti attività zootecniche.

Ieri le richieste sono state personalmente presentate dall'assessore regionale Angelo Pan a Herbert Dorfmann, europarlamentare del Ppe e componente della commissione Agricoltura.
All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti regionali di Cia, Coldiretti e Confagricoltura.

Le richieste - Contributi europei per il censimento del lupo nell’area alpina, controllo degli ibridi che risultano essere ben più pericolosi del lupo e arrivano ad attaccare l’uomo, e maggiori risorse per gli indennizzi agli allevatori. Ma soprattutto una correzione della direttiva comunitaria, che rimoduli in funzione dei diversi territori la definizione di ‘specie protetta’ per il lupo. “Chiediamo alla Ue di rivedere le linee guida nei confronti degli Stati membri – è la richiesta rivolta dalla delegazione veneta - e di coinvolgere gli Stati nella gestione della presenza del lupo nell’area alpina. Nel nostro territorio il lupo non è affatto una specie in via di estinzione: nel giro di cinque anni gli esemplari monitorati in Veneto sono saliti da 2 a 38; nel corso dei primi nove mesi di quest’anno si sono resi responsabili dell’uccisione o del ferimento grave di 258 capi d’allevamento, tra bovini, ovini e asini”.

Direttiva Natura 2000- L’incontro della delegazione veneta si è svolto alla vigilia della sessione della Commissione Agricoltura dell’europarlamento dedicata alla direttiva Natura 2000 e in vista della prossima seduta della sessione plenaria del Comitato delle Regioni del 29 novembre–1 dicembre 2017 che avrà tra i temi ‘caldi’ il piano di azione europeo per la natura, i cittadini e l’economia.

“Con il nostro dossier, che ha censito presenza e attività dei branchi in Lessinia, sul Baldo, sull’altopiano di Asiago, sul Grappa, sul Col Visentin, sul Nevegal, sul Col di Lana, in Alpago – dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura – abbiamo chiesto un supplemento di riflessione ai componenti della Commissione europea per le politiche agricole. La commissione nei mesi scorsi si è già espressa in via ufficiale per armonizzare la direttiva Natura 2000, volta preservare l’equilibrio dell’ecosistema e le biodiversità, con gli obiettivi della Pac, la politica agricola comunitaria che vede nelle attività agricole montane l’agricoltura e nell’attività di pascolo un presidio primario per le ‘terre alte’. La questione è cruciale, anche al fine di una corretta gestione dei fondi europei e dei programmi di cofinanziamento”.(fonte)