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Corte Ue respinge ricorso, Italia recuperi tutto

Corte Ue respinge ricorso, Italia recuperi tutto
L'Italia deve recuperare tutti gli aiuti forniti agli allevatori che non avevano rispettato le "quote latte" europee fra il 1995 e il 2002.
Compresi quelli legati all'allungamento delle scadenze concesse fra il 2010 e il 2011. Lo ha stabilito oggi con una sentenza la Corte europea di Giustizia, respingendo un ricorso dell'Italia e ribaltando
la decisione del Tribunale Ue che nel 2015 lo aveva parzialmente accolto.

La sentenza di oggi riguarda in particolare il recupero di quegli aiuti connessi al rinvio di una scadenza (un anno, fino a fine 2011), di cui non tutti gli allevatori hanno beneficiato. Nella sua decisione del 2013, la Commissione sottolineava che "la proroga di pagamento della rata dei prelievi sul latte in scadenza il 31 dicembre 2010 (...) e illegittimamente applicata dall'Italia (...) costituisce un aiuto di Stato incompatibile con il mercato interno". Per questo motivo disponeva il recupero immediato di un importo da calcolare sulla base della proroga concessa (un anno), degli interessi maturati in tutti gli anni precedenti alla scadenza e accumulati nei successivi.

La cifra complessiva e' difficile da quantificare, ma siamo lontani da quel miliardo e 300 milioni che rappresenta il totale del denaro che l'Italia dovrebbe chiedere indietro agli allevatori che hanno superato le quote latte nei 15 anni fra il 1995 e il 2009, secondo Bruxelles. Su questo, c'e' un'altra causa pendente davanti alla Corte, che si dovrebbe pronunciare prossimamente: nello scorso luglio, l'avvocato generale aveva gia' dato torto all'Italia e secondo le stime della Commissione l'importo da recuperare supera, in questo caso, 1,3 miliardi. (AGI)

pdfIL_TESTO_DELLA_SENTENZA_DELLA_CORTE_UE.pdf97.92 KB