• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31295
DEREGOLAMENTAZIONE

Libertà professionale, test di verifica fra gli Stati Membri?

Libertà professionale, test di verifica fra gli Stati Membri?
Verso una liberalizzazione europea dell'accesso e dell'esercizio delle professioni ordistiche? La Commissione propone un test di proporzionalità agli Stati Membri.

Non entusiasma la proposta della Commissione Europea che, a gennaio di quest'anno, ha presentato una direttiva- test agli Stati Membri. Ne stanno discutendo le istituzioni dell'UE, in primis il Parlamento. L'ipotesi che la Commissione intende verificare è se in alcuni Stati Membri siano  in vigore norme eccessivamente restrittive, inutili oppure obsolete che frenano l'accesso di nuovi professionisti.

Prima di procdere all'adozione di una eventuale disciplina comunitaria delle professioni ordinistiche, agli Stati membri si propone di intraprendere una "prova di proporzionalità", che metta sul piatto della bilancia le regole da un lato e la libertà professionale dall'altro. Le uniche restrizioni ammesse dalla Commissione potrebbero essere quelle giustificabili da obiettivi di politica pubblica, tra cui la "salute pubblica" e  la"salute degli animali".

La reazione degli eurodeputati, all'interno della Commissione IMCO (Mercato Interno e Protezione dei consumatori) è stata critica. L'11 maggio scorso, il relatore  Andreas Schwab (PPE, Germania) non ha appoggiato la proposta, sostenendo che la Commissione europea dovrebbe piuttosto concentrare i suoi sforzi sull'applicazione delle norme vigenti. Il relatore ombra, l'eurodeputato italiano Nicola Danti (S & D, Italia) sostiene la possibilità per gli Stati membri di regolare le professioni regolamentate autonomamente quando questi ultimi sono legati all'interesse generale. In questo senso, ritiene che la deregolamentazione delle professioni non debba essere promossa a tutti i costi. Pertanto, la prova di proporzionalità dovrebbe essere "flessibile".
Per gli eurodeputati Antonio Lopez-Isturiz (PPE, Spagna) e Anna Maria Corazza Bildt (PPE, Svezia)  le professioni sanitarie andrebbero del tutto escluse dal test di proporzionalità, perché il riconoscimento delle competenze è già efficace. Spetta infatti agli Stati membri decidere il livello di protezione della sanità pubblica, ha sostenuto Lopez-Isturiz, mentre l'eurodeputata svedese ritiene che la Direttiva Qualifiche offra già le basi per una adeguata valutazione.

Nella sua proposta, la Commissione Europea cita il caso italiano: "in Italia, la riforma Bersani del 2006 ha permesso a nuovi operatori di accedere al mercato, determinando una crescita dell'occupazione complessiva dei giovani farmacisti". Tuttavia, le iniziative isolate dei singoli Stati membri "non bastano da sole a garantire un quadro giuridico coerente a livello dell'UE". Lo strumento che la Commissione ritiene più consono per una liberalizzazione su scala europea è quello di una direttiva.

La discussione in corso è attentamente seguita dall'UEVP che, nella sua ultima informativa, pone la questione fra le priority issues dei Veterinari pratici europei.