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COMMISSIONE UE

Protezione degli equini: "Non rientrano fra gli animali da compagnia"

Protezione degli equini: "Non rientrano fra gli animali da compagnia"
E' arrivata la risposta della Commissione Europea alla petizione di Horse Angels che chiedeva una normativa unica, europea, sulla protezione degli equini.

A darne notizia, oggi, sono gli stessi proponenti che pubblicano anche i relativi atti comunitari: il testo della petizione e la risposta fornita dalla Commissione in aprile.

La petizione (0430/2015) sottolineava l’inesistenza di una legislazione europea sul benessere degli equini, ricordando che mentre i capi allevati per la produzione di carni sono controllati al pari degli altri animali da allevamento, i cavalli allevati a scopo sportivo o da compagnia “sfuggono ad ogni tracciabilità”. Per gli equidi registrati come non DPA “non vi è nessuna registrazione di farmaci somministrati e si può ipotizzare la loro immissione nel circuito della macellazione clandestina con grave rischio per la salute pubblica”.Per queste ragioni la petizione auspicava la creazione di una direttiva quadro della Ue sugli equidi.

La Commissione Europea ha risposto che, dal momento che la petizione conteneva “preoccupazioni generali”, risulta “difficile chiedere allo Stato Membro interessato un esame approfondito”. L’Esecutivo UE ha quindi formulato soltanto delle osservazioni generali, dichiarando che gli equidi “sono animali destinati alla produzione alimentare e quindi per la maggior parte animali d’allevamento. Di conseguenza il loro benessere è protetto ai sensi della direttive 98/58/CE”. Ma soprattutto per il diritto dell’Unione “non esiste, tra gli equidi, alcuna categoria di animali da compagnia. La definizione “animali da compagnia” di cui al Regolamento UE 576/2013 esclude gli equidi”.

La Commissione aggiunge inoltre che “prima di sottoporre a un equide un qualsiasi trattamento effettuato con un medicinale veterinario non autorizzato per animali destinati alla produzione alimentare ai sensi della direttiva 2001/82/CE, l’equide deve essere stato irreversibilmente escluso dalla macellazione mediante dichiarazione scritta nella sezione “Somministrazione di medicinali veterinari del documento di identificazione. Dopo l’esclusione dalla macellazione per il consumo umano, non vi è alcun obbligo di registrare qualsiasi trattamento farmacologico veterinario nel documento di identificazione”.
Quanto alla macellazione illegale, la Commissione puntualizza che “rappresenta una violazione delle norme sul benessere degli animali e delle norme igieniche applicabile alla produzione di carni di solipedi”

In conclusione, la Commissione invita a “contattare le competenti autorità locali o centrali affinchè diano seguito alle accuse”. Tuttavia, “la Commissione prenderà in considerazione gli elementi della petizione nell’elaborazione del suo programma di audit per il benessere degli animali e della salute pubblica”.

"In sintesi, in Europa i cavalli sono animali da macello- è il commento dei proponenti la petizione-  non esiste la categoria equini da compagnia in Europa. La macellazione abusiva di un equide NON DPA costituisce una violazione di "norme igieniche. Siamo al Medioevo. In ogni caso, la sostanza, è che la tutela dei cavalli in Europa non esiste, quando questi non sono animali da macello. Se sono animali da macello, sono "protetti" (si fa per dire...), dalla direttiva 98/58/CE. Se invece sono equidi "sportivi", DPA, la loro protezione è delegata al singolo proprietario o alle norme in essere in ciascun stato membro. In Italia, praticamente, protezione scarsa verso il nulla... stando che il Codice per la corretta gestione degli equidi, emanato dal Ministero della Salute, è solo un insieme di linee guida a carattere non prescrittivo (raccomandazioni, insomma)".



Petizione n. 0430/2015, presentata da R. R., cittadina italiana, sulla creazione di una legislazione europea a protezione degli equini