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UN ANNO DOPO

Horsegate, UE: sì a nuovi piani, no all'origine in etichetta

Horsegate, UE: sì a nuovi piani, no all'origine in etichetta
Circa un anno fa, lo scandalo della carne equina non dichiarata faceva notizia in tutta Europa. La Commissione UE fa il punto.
Qual è la lezione appresa dall'Europa ad un anno dal cosiddetto horsegate? La Commissione Europea fa il punto della situazione, delle iniziative messe in campo e di quelle future.
Bruxelles rimarca che le evidenze raccolte hanno suggerito di non porre una questione di sicurezza alimentare o di salute pubblica, ma piuttosto una questione di etichettatura fraudolenta. E' stato dimostrato che i truffatori stavano approfittando delle debolezze del sistema a scapito di imprese e consumatori. L'industria di trasformazione alimentare europea ha così affrontato una forte  crisi di fiducia dei consumatori. La Commissione europea e gli Stati membri dell'UE  hanno lavorato a stretto contatto per trovare carne equina in prodotti alimentari etichettati come contenenti manzo al 100%.

Fra le altre iniziative intraprese, la Commissione ricorda di aver presentato un progetto al comitato permanente per la catena alimentare e la salute animale (SCoFCAH) per modificare il regolamento 504/2008 al fine di rendere obbligatoria la registrazione dei passaporti equini in una banca dati centrale nazionale, basata sulla salute degli animali e la legislazione zootecnica. E' invece presente nella nuova Animal Health Law la propsota di trasferire il rilascio dei passaporti equini interamente alle sole autorità competenti e quindi ridurre il numero dei soggetti che rilasciano i passaporti.

Saranno programmati altri test a livello UE? A seguito del piano di controllo coordinato lanciato nel 2013 (più di 7000 test volti a rilevare la presenza di DNA e fenilbutazone effettuati dagli Stati membri nel febbraio-marzo 2013), la Commissione sta valutando la possibilità di sviluppare ulteriori piani coordinati a livello dell'UE. Tali piani rappresentano una delle diverse linee d'azione per rafforzare la capacità degli Stati membri di rilevare potenziali frodi e per meglio identificare la scala di pratiche fraudolente. Essi saranno elaborati sulla base delle informazioni ricevute dagli Stati membri nonché da altre fonti, e saranno discussi nel Food Fraud Network dell'UE.

E perché la Commissione non ha proposto di regolamentare origine obbligatoria di etichettatura per le carni utilizzate come ingrediente? La Commissione ribadisce che l'indicazione in etichetta del Paese di origine non può essere considerata come lo strumento per evitare pratiche fraudolente. La Commissione ricorda la propria relazione, pubblicata nel dicembre 2013,  sulla questione se estendere l'etichettatura obbligatoria di origine a tutti i tipi di carni utilizzate come ingrediente. Il documento ha preso in considerazione vari aspetti: la necessità per il consumatore di essere informato , la fattibilità di una indicazione obbligatoria dell'origine , l'analisi dei costi e dei benefici, e ha valutato l'impatto dell' etichettatura di origine sul mercato unico e sul commercio internazionale.

Il rapporto è attualmente in discussione con il Parlamento europeo e gli Stati membri dell'UE e in base al risultato delle discussioni. La Commissione valuterà se e quali ulteriori passi da compiere.

Horsemeat, Questions and Answers