Domani i veterinari francesi faranno la più grande manifestazione di protesta da 40 anni a questa parte. Contro le limitazioni a vendere il farmaco veterinario.
Un proposta di modifica legislativa, su iniziativa del Ministero della Salute francese, limiterebbe"con la scusa dell'antibiotico-resistenza", la vendita del farmaco veterinario, facoltà riconosciuta ai Colleghi d'Oltralpe, contestualmente alla prescrizione e alla somministrazione, specie nel settore degli animali da reddito.
Il divieto riguarderebbe in particolare alcune categorie di antibiotici, quelli cosiddetti "critici", vale a dire di importanza strategica per le cure all'uomo. Le sigle di categoria domani protesteranno a Parigi, mentre i veterinari sono invitati ad astenersi da ogni prestazione professionale che non abbia carattere d'urgenza (
Journéé sans vétérinaires- video). Si tratta di una grave compromissione della fiducia: "Siamo insultati!"
dicono.
Da anni, in una sorta di delega di esercizio pubblico, i veterinari francesi vendono il farmaco veterinario e un divieto avrà gravi conseguenze sugli allevamenti. Il
disaccoppiamento "rappresenterebbe la separazione tra la prescrizione e la dispensazione" e siamo "totalmente contrari". La proposta non avrà vita facile nell'Assemblea Nazionale, il parlamento francese, dove i veterinari promettono battaglia. Ieri, dopo un vertice al Ministero dell'Agricoltura- è il
comunicato stampa ministeriale a dirlo- si sono impegnati a lottare contro l'antibiotico-resistenza.
Di tenore diverso i
comunicati contro il Ministro della salute
Marisol Touraine da parte dei veterinari militanti che si sono autodefiniti
Vétérinaires en colére.Le limitazioni alla luce delle resistenze antimicrobiche non si giustificano- dichiarano i colleghi che rivendicano un calo di forniture di questi medicinali del 30% negli ultimi 18 mesi, grazie a un piano nazionale per la riduzione dei rischi antibiorésisatance medicina veterinaria denominato Ecoantibio 2017, di cui soggetto- pilota è proprio il Ministero dell'Agricoltura.
In vista dell'implementazione della
farm veterinary visit annuale, considerata il baluardo della prevenzione, "potremmo non avere abbastanza veterinari con altre conseguenze negative per i nostri territori", si legge nei comunicati, in un contesto rurale dove il medico veterinario non più dispensatore potrebbe fare venire meno le proprie prestazioni, un timore che gli allevatori sono i primi a paventare.
E se il mondo agricolo è compatto a sostegno della causa dei veterinari, la vendita diretta del farmaco veterinario non è sempre vista di buon grado dagli addetti ai lavori (che accusano i veterinari di monopolizzare il farmaco veterinario) e dagli utenti finali ( che lamentano come ormai non vi sia più prestazione che non sia seguita da una prescrizione con vendita).