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Nuovo CCNL per i dipendenti dei professionisti

Nuovo CCNL per i dipendenti dei professionisti
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (Ccnl per i dipendenti degli studi professionali) -sottoscritto da Confprofessioni con le organizzazioni sindacali ieri a Roma -contiene importanti novità destinate ad avere un impatto notevole nella regolazione dei rapporti di lavoro all'interno degli studi professionali. Ecco i punti più rilevanti.

Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (Ccnl per i dipendenti degli studi professionali) sottoscritto da Confprofessioni con le organizzazioni sindacali dei lavoratori del settore (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil) lo scorso 29 novembre a Roma contiene importanti novità destinate ad avere un impatto notevole nella regolazione dei rapporti di lavoro all'interno degli studi professionali. Ecco i punti più rilevanti.

Ampliamento della sfera contrattuale. In coerenza con gli obiettivi di ampliamento della sfera di rappresentanza di Confprofessioni è stato esteso l'ambito di applicazione del Ccnl. Gli studi professionali cui fa riferimento la nuova disciplina contrattuale oltre a comprendere le tradizionali quattro aree già individuate nei precedenti accordi (Area amministrativa; Area tecnica; area giuridica e Area sanitaria) si estende anche a tutte le attività professionali, che rientrano nella più ampia sfera delle professioni intellettuali. Prendendo le mosse dalle ultime tendenze del mercato del lavoro e delle variegate forme di collaborazione che si instaurano all'interno degli studi, il Ccnl getta le basi per estendere le tutele di welfare contrattuale anche alle nuove figure professionali attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro che avrà il compito di studiare e verificare, per il settore degli studi professionali, il fenomeno delle collaborazioni coordinate e continuative, dei rapporti di praticantato e, in generale, dei rapporti di lavoro atipici. L'obiettivo principale è quello di dare una risposta ai fabbisogni, alle nuove competenze e alla mutata complessità del lavoro svolto negli studi. Ma vuole essere anche una risposta concreta al grave fenomeno della disoccupazione giovanile che in Italia sfiora il 30%.

Più forza alla bilateralità. In questi ultimi anni, gli enti bilaterali di settore, Cadiprof ed Ebipro, hanno raggiunto importanti risultati fino a diventare un vero e proprio punto di riferimento in materia di welfare, come nelle politiche di sostegno e sviluppo del settore delle libere professioni. Per potenziare ulteriormente la bilateralità di settore, le Parti sociali hanno deciso, in coerenza con gli orientamenti ministeriali, di imprimere un'accelerazione alla loro attività, allargando le prestazioni erogate anche ai giovani professionisti, iscritti a un albo professionale, che intrattengono un rapporto di collaborazione con partita.

Avanti con la contrattazione di secondo livello. Gli ultimi indirizzi normativi e le nuove tendenze delle relazioni sindacali danno grande enfasi alla contrattazione di secondo livello, trasferendo sul territorio materie e istituti fondamentali per la regolazione del mercato del lavoro. Diventa quindi strategico per il comprato degli studi professionali una disciplina che sappia raccogliere e codificare gli stimoli che nascono dalle diverse realtà locali per rispondere alle esigenze dei datori di lavoro. Confprofessioni insieme con la controparte sindacale ha deciso di dare una più ampia manovra di intervento alle realtà territoriali consentendo un maggiore coinvolgimento delle delegazioni territoriali nella disciplina di importanti istituti seppure nel rispetto di principi ben definiti dal livello nazionale. Il nuovo Ccnl apre così la possibilità di regolamentare al livello territoriale istituti quali gli accordi per l'incremento della produttività, efficienza, competitività, qualità delle prestazioni, redditività e innovazione; il contratto di lavoro a termine; il lavoro a tempo parziale; l'orario di lavoro; l'apprendistato; i tirocini formativi e di orientamento - stage; i contratti di inserimento; il lavoro a chiamata (job on call) e somministrazione di lavoro; la stipulazione di accordi quadro a livello territoriale; la previdenza complementare per l'adesione a fondi di previdenza complementare territoriale; la formazione con le diverse istituzioni universitarie, regionali o provinciali;

Certificazione dei contratti di lavoro. La certificazione ha importanti e favorevoli effetti per i datori di lavoro, poiché impedisce l'adozione di tutti quei provvedimenti recuperatori/sanzionatori da parte degli organi di vigilanza (ispettori Inps ed ispettori del lavoro). Si tratta di uno strumento assai rilevante, introdotto dal d.lgs. 276/2003, che si sostanzia in una procedura volontaria attraverso la quale datore di lavoro e lavoratore possono pervenire alla esatta qualificazione del proprio contratto ad opera di un organo terzo tramite l'adozione di un provvedimento amministrativo di "asseverazione" produttivo di certezza legale, idoneo a conferire chiarezza e stabilità all'accordo. Potranno essere oggetto di certificazione tutti i contratti "in cui sia dedotta, direttamente o indirettamente, una prestazione di lavoro". che discendono e presuppongono una qualificazione diversa e difforme da quella dedotta nel provvedimento. Il nuovo Ccnl prevede che l'attività di certificazione possa essere svolta da apposite Commissioni costituite presso gli enti bilaterali territoriali. Con il potenziamento dell'istituto operato da recenti interventi legislativi tali organi saranno chiamati anche a realizzare importanti compiti relativamente alla risoluzione delle controversie che potranno insorgere tra le parti del contratto certificato.

Nuovi strumenti contrattuali. Oltre i tirocini e gli stages già presenti nel precedente contratto, il nuovo Ccnl si propone di incentivare l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro attraverso una ampia serie di innovativi strumenti contrattuali, che vanno dalle nuove forme di lavoro a termine specificamente finalizzata al coinvolgimento degli studenti universitari in percorsi brevi e coerenti con il percorso di studi ad alcune tipologie contrattuali flessibili che permettono al titolare di uno studi professionale di gestire al meglio le proprie esigenze. Su questo fronte, va segnalata la previsione del contratto di lavoro a chiamata, strumento contrattuale mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore per lo svolgimento di una prestazione di lavoro "su chiamata" in base a necessità di carattere temporaneo.

Apprendistato. Un capitolo a parte merita l'apprendistato, che per la prima volta in Italia debutta in un contratto collettivo con tutte le tipologie previste dal nuovo Testo unico, recentemente approvato e che sarà a breve oggetto di integrale rielaborazione da parte di uno specifico decreto delegato del governo. In linea generale tutte le tipologie di apprendistato (apprendistato per l'esercizio del diritto-dovere di istruzione e formazione, apprendistato professionalizzante e apprendistato di alta formazione) vengono previste dal nuovo Ccnl degli studi. In attesa di raccordare con il sistema ordinistico i percorsi formativi rivolti alla figura del apprendista-praticante, l'attenzione si focalizza sull'apprendistato professionalizzante. E' infatti sul cosiddetto contratto di mestiere che si riscontrano le maggiori novità per i datori di lavoro liberi professionisti. Nelle nuove disposizioni contrattuali viene infatti regolamentata la formazione esclusivamente aziendale, ossia quella formazione organizzata e gestita integralmente dallo studio professionale, all'interno e/o all'esterno dello stesso. Da questo punto di vista il Ccnl offre una ampia gamma di interventi sulle modalità di erogazione della formazione agli apprendisti. La formazione sia a carattere trasversale di base che a carattere professionalizzante potrà infatti essere svolta in aula, on the job, nonché tramite lo strumento della formazione a distanza (Fad) e strumenti di e-learning. Se l'attività formativa verrà svolta esclusivamente all'interno dello studio professionale e/o società di servizi, questi dovranno solamente essere in grado di erogare la formazione ed avere risorse umane idonee per poter trasferire le conoscenze e competenze richieste dal piano formativo. Clausole sufficientemente ampie che permetteranno in linea di principio al datore di lavoro di svolgere integralmente all'interno dello studio la formazione degli apprendisti senza necessità di doversi affidare ai corsi gestiti dalla Regione.

Nuova classificazione del personale. L'articolo contrattuale relativo alla classificazione del personale è stato completamente rivisto. Nella precedente versione del Ccnl era presente soltanto una classificazione generale da ritenersi non più rispondente alla realtà occupazionale e professionale del comparto. Si è pertanto stabilito di introdurre cinque classificazioni del personale, valide per ognuna delle cinque macroaree, ed ognuna divisa in otto livelli classificatori e retributivi.

Aumenti retributivi. Il rinnovo contrattuale stabilisce nuovi livelli retributivi sostanzialmente contenuti a partire dal 1° ottobre 2010 e con validità retroattiva. L'accordo prevede, infatti, un aumento della retribuzione pari a 87,50 euro lordi (riferito al 3° livello). (fonte: Confprofessioni)

DOWNLOAD DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DEGLI STUDI