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IMPATTO E ADATTAMENTO

Gli animali nel Piano nazionale sui cambiamenti climatici

Gli animali nel Piano nazionale sui cambiamenti climatici
Gli animali e le attività connesse rientrano nelle "vulnerabilità settoriali" causate dai cambiamenti climatici. Ecco come nel Piano nazionale di adattamento adottato dall'Italia.

I cambiamenti climatici hanno un impatto trasversale su tutte le attività umane e anche sugli ecosistemi. Ne sono un esempio le migrazioni degli animali, ma non solo. Le attività della pesca, di acquacoltura e quelle dell'allevamento manifestano- per le loro connessioni con l'ambiente- una spiccata necessità di politiche di adattamento. Ad offrire un quadro generale delle conoscenze disponibili è il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC)- approvato dal Ministero dell'Ambiente- e pubblicato sulla Piattaforma realizzata dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra). Il PNAAC è accompagnato da documenti strategici e database.

Fisiologia e ciclo di vita degli animali- L’Italia ha una grande ricchezza di specie animali, la fauna italiana è stimata in oltre 58.000 specie interessata dai fenomeni climatici: l’aumento delle temperature, l’anticipo della stagione primaverile, l’accorciamento dell’inverno, la presenza di periodi prolungati di siccità e l’aumento di eventi estremi possono modificare i ritmi del ciclo vitale. In particolare, diverse attività (riproduzione, schiusa di uova, successo riproduttivo) sono regolate da questi eventi che possono a loro volta determinare impatti negativi. Uno degli effetti più evidenti è l’anticipo nella tempistica di migrazione primaverile degli uccelli.

Il primato delle specie invasive-
  specie alloctone invasive rappresentano oggi una delle principali minacce alla biodiversità  e l'Italia conta oggi il più alto numero di specie alloctone in Europa con quasi 3500 specie presenti sul territorio nazionale. La comunità scientifica concorda nella valutazione che i cambiamenti climatici aggraveranno l’impatto negativo delle specie alloctone invasive, con effetti su molteplici ambiti (es. biodiversità, salute umana e animale), e settori produttivi (es. agricoltura e silvicoltura, delle foreste, pesca commerciale, acquacoltura, trasporti) di cruciale importanza anche per il nostro paese.

Calo produttivo e della qualità-
L’agricoltura italiana, come quella di tutti i paesi dell’area mediterranea, è una delle più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici a livello europeo. Per quanto riguarda gli impatti in corso, attualmente per il settore agricolo non sono disponibili indicatori utili, a scala nazionale, a valutare gli impatti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura. Tuttavia, esistono chiare indicazioni di un deterioramento delle condizioni agro-climatiche, ad esempio in termini di aumento dello stress idrico.Il Piano evidenzia che il settore agricolo e, conseguentemente, quello agro-alimentare saranno soggetti ad un generale calo delle capacità produttive, accompagnato da una probabile diminuzione delle caratteristiche qualitative dei prodotti.

Il bestiame allevato- Il cambiamento climatico rappresenta un fattore di rischio anche per il bestiame allevato, con conseguenze che possono riguardare il benessere e la produttività. Le
temperature elevate - e che gli scenari climatici futuri prevedono in aumento-  hanno un impatto negativo diretto sui processi fisiologici e comportamentali dell’animale come
la termoregolazione, l’ingestione di alimenti e la risposta immunitaria. A questi effetti diretti si aggiungono inoltre gli effetti indiretti che i cambiamenti climatici possono avere ad esempio sugli alimenti (contaminazione da micotossine, qualità e disponibilità alimenti) e sulle dinamiche ecologiche e biologiche dei patogeni e dei loro vettori.

Malattie infettive- Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla diffusione di specie alloctone in grado di veicolare malattie infettive trovano in Italia un esempio allarmante relativo alle zanzare del genere Aedes che mostrano preoccupanti dinamiche espansive e capacità di insediamento anche in aree che un tempo sarebbero state climaticamente inospitali .

La Piattaforma italiana sull’adattamento cambiamenti climatici
- E' promossa dal Ministero della Transizione Ecologica ed è stata realizzata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). E' utilizzata per lo scambio di informazioni tra le amministrazioni pubbliche e  tutti i portatori di interesse sull'adattamento ai cambiamenti climatici.
E' il principale punto di riferimento informativo su questo tema.

Piattaforma Italiana sull’adattamento di cambiamenti climatici
Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC)
Stesura: 21 dicembre 2023 - Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: 20 febbraio 2024