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GESTIONE CASO SOSPETTO

WLCV, ANMVI: correggere le indicazioni per i llpp

WLCV, ANMVI: correggere le indicazioni per i llpp
Dopo le indicazioni precauzionali rivolte ai Medici Veterinari liberi professionisti sul caso di WCLV, l'ANMVI ha inviato osservazioni al Ministero della Salute.


L'ANMVI si è rivolta ai Direttori Generali della Sanità Animale e della Prevenzione Sanitaria chiedendo la revisione di un passaggio della circolare ministeriale del 3 luglio, emanata dopo il caso di West Causian Lyssavirus (WCLV) in un gatto domestico. Si tratta del passaggio che, raccomandando ai Medici Veterinari liberi professionisti un'accurata gestione di casi sospetti, suggerisce anche di "valutare eventualmente la soppressione dei soggetti che non dimostrino alcun recupero clinico nell’arco di tre giorni”.

Quest’ultima indicazione non appare proporzionata alle circostanze e alle evidenze scientifiche attuali- fa notare l'ANMVI. Anche se circoscritta al “caso sospetto” come da definizione della circolare, questa disposizione va "approfonditamente ripensata e rivista"- sostiene l'ANMVI che mette in luce numerosi risvolti di ordine normativo, professionale, deontologico e clinico.

Dal punto di vista girudico-normativo, l'ANMVI richiama il Regolamento di Polizia Veterinaria, il principio "no kill" della Legge 281 (art. 2, comma 2, Legge 281 /1992) e il divieto di uccisione senza necessità previsto dal Codice Penale (articolo 544 bis Codice penale), dai quali discendono anche aspetti civilistici e deontologici  incombenti sulla responsabilità professionale del Medico Veterinario insieme a valutazioni clinico comportamentali: infatti, la sintomatologia del “caso sospetto” indicata nella circolare, contempla manifestazioni di per sé ascrivibili a molteplici alterazioni cliniche e/o comportamentali non infrequenti e non necessariamente caratterizzate da quegli accessi di aggressività patologica - improvvisi, insoliti e contestuali ad alterazioni neurologiche-  tipicamente propri degli animali rabidi.
Inoltre, la decorrenza dei tre giorni non trova riscontro nella maggior durata dell’isolamento cautelativo dell’animale morsicatore posto sotto osservazione, trascorso il quale -se rabido- l’animale in questione giungerà certamente a decesso.

Il passaggio segnalato alle due Direzioni Generali dall'ANMVI risulta sproporzionato e contradditorio rispetto alla giusta cautela della circolare del 3 luglio, che restituisce correttamente il caso di WCLV alla sua dimensione di novità e di eccezionalità, riconoscendo il ruolo attivo dei liberi professionisti contro atteggiamenti di “panico ingiustificato”.

L'Associazione conclude chiedendo la revisione della circolare del 3 luglio e rinnovando la richiesta di coinvolgimento nel Gruppo di Lavoro sui Lyssavirus, in via consultiva e preliminare all’emanazione di ulteriori note di indirizzo che abbiano come destinatari i Medici Veterinari llpp.