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IL DOCUMENTO

Aviaria, emanato il piano di sorveglianza del 2018

Aviaria, emanato il piano di sorveglianza del 2018
Inviato oggi agli Assessorati regionali alla Sanità, il Piano dovrà essere completato entro l'anno. Territori suddivisi in alto, medio e basso rischio.
La Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari ha emanato il Piano Nazionale di Sorveglianza dell'Influenza Aviaria del 2018.

Sulla base dei dati presenti in Banca dati Nazionale (BDN), sono state predisposte mappe relative alla presenza di allevamenti distribuiti per provincia, e mappe indicanti la consistenza delle specie considerate a maggior rischio sulla base dei dati epidemiologici delle precedenti epidemie di influenza aviaria in Italia (tacchini da carne, galline ovaiole, anatre e oche).

La maggiore numerosità di allevamenti è presente in una macro-area che comprende gran parte delle regioni Veneto e Lombardia (province di Verona,
Vicenza, Padova, Brescia, Mantova, Cremona e Bergamo), nella quale è presente la maggioranza delle produzioni avicole nazionali.

Classificazione del rischio- Prendendo in considerazione quale fattore di valutazione esclusivamente le specie che risultano a maggior rischio di infezione e il numero di focolai di influenza aviaria in allevamenti industriali nel corso degli ultimi 5 anni sono state identificate delle province “ad alto rischio”, in cui attuare un monitoraggio con frequenza elevata (appartenenti alle regioni: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto) e altre province “a rischio medio” da sottoporre a monitoraggio con frequenza meno elevata (regioni: Lazio e Umbria).
La restante parte del territorio nazionale è stata classificata come “a basso rischio” e le attività di sorveglianza saranno basate sulla notifica di casi e sospetti di IA (sorveglianza passiva) e sulla sorveglianza attiva negli allevamenti appartenenti alla filiera rurale (svezzatori) come definito dalla legislazione nazionale.

Le province considerate ad alto rischio
di introduzione e diffusione, suddivise per regione, sono:
- Emilia Romagna: province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna;
- Lombardia: province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova;
- Piemonte: province di Cuneo e Torino;
- Veneto: province di Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza (l’intero territorio
regionale ad esclusione della provincia di Belluno).

Le province considerate a rischio medio sono:
- Lazio: province di Roma e Viterbo;
- Umbria: province di Perugia e Terni.

In tutti gli allevamenti a livello nazionale è obbligatorio attuare piani di biosicurezza.

Situazione epidemiologica e campioni- Dal 2005 fino al 2016, sono stati riportati solo casi sporadici di influenza aviaria con limitata diffusione dell’infezione. Inoltre, questi focolai hanno coinvolto prevalentemente il settore rurale, e raramente il settore industriale. Le uniche eccezioni sono rappresentate dall’epidemia di HPAI sottotipo H7N7 in Emilia-Romagna del 2013, dove la maggioranza degli allevamenti coinvolti era di tipo industriale (5 su 6), e il caso di HPAI sottotipo H5N8 (Veneto) in un allevamento industriale di tacchini, causato da un contatto indiretto tra popolazione selvatica e pollame domestico.
Indipendentemente dal settore coinvolto (rurale vs. industriale), la maggioranza dei casi si è concentrata nelle aree ad alta densità di aziende avicole (Densely Populated Poultry Areas, DPPAs) localizzate in nord Italia, che sono inoltre caratterizzate dalla presenza di zone umide in corrispondenza di rotte migratorie e siti di svernamento di numerose specie di uccelli selvatici.

L’analisi della situazione epidemiologica e dei fattori di rischio presenti in queste DPPAs sono alla base della definizione della numerosità campionaria e della frequenza del campionamento negli allevamenti avicoli di tutto il territorio nazionale.




pdfNOTA_DELLA_DGSAF_AGLI_ASSESSORATI.pdf13.9 KB

pdfPIANO_NAZIONALE_SORVEGLIANZA_INFLUENZA_AVIARIA_2018.pdf3.49 MB