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FISCO E PROPRIETARI

Equitalia: non è prassi sequestrare cani e gatti

Equitalia: non è prassi sequestrare cani e gatti
In astratto anche cani e gatti sono pignorabili, ma nei fatti è impraticabile. Il Ministro Galletti: cancellare la norma.

"Benché la norma lo preveda, non è prassi di Equitalia sequestrare cani e gatti". Lo assicura all'Adnkronos la società di riscossione tributi, tranquillizzando i proprietari di animali che hanno pendenze aperte con il fisco.
La precisazione si inserisce nel solco di  iniziative che chiedono di cambiare l'articolo 514 del Codice di procedura civile. Sulla questione, i promotori di una apposita petizione- hanno sollecitato il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti affinchè interceda sul Ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Se è vero infatti che a oggi cani e gatti sono considerati dalla legge come res - e pertanto pignorabili e anche messi all'asta - è vero anche che, salvo casi particolari, non corrono il rischio di essere 'confiscati' ai proprietari. Ma se dovesse accadere, perché di fatto la legge lo prevede, curatore dell'animale fino al momento dell'asta verrebbe comunque nominato lo stesso proprietario, spiegano in via ufficiosa in via di Tor Marancia, perché non esiste un 'deposito' per animali domestici.

"Il sequestro di animali domestici non è così frequente - ammette all'AdnKronos Tessa Gelisio, portavoce della petizione - ma dei casi ci sono stati come quello, nel 2013 a Venezia, di un'americana a cui fu pignorato il suo chihuahua Skippy perché non aveva più pagato l'affitto della sua casa al Lido, o della cucciola di cane corso finita a un'asta poi andata deserta a Mantova. Casi sporadici che secondo noi non devono comunque più essere possibili". "Io  sono fiduciosa - afferma all'Adnkronos l'ambientalista - secondo me la legge cambierà perché la modifica è a costo zero, non complicata e di buon senso".

Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti - "La "pignorabilità degli animali domestici va cancellata"- ha dichiarato il Ministro all'ANSA. La questione - che si intreccia con quelle di 25 milioni di italiani che hanno un animale d'affezione in casa - riguarda la possibilità che gli animali d'affezione siano, stando all'attuale legge, possibile 'oggetto' di pignoramento perché considerati alla stregua di 'beni mobili'. Il ministro dell'Ambiente parla di come oggi il rapporto tra uomo e il proprio animali abbia un'autonoma e autoriferita "dignità"; e ricordando come "le competenze" siano "più strettamente ascrivibili al ministero della Salute e al ministero della Giustizia", fa presente come sia "urgente superare l'attuale impostazione normativa ed escludere dalla pignorabilità gli animali d'affezione o di compagnia".

Pignoramento ed espropriazione (vendita all'asta) di beni mobili e immobili- Dopo 60 giorni dalla notifica della cartella, se il cittadino non ha provveduto al pagamento, non ha ottenuto una rateizzazione o non è intervenuto un provvedimento di sospensione o annullamento del debito, Equitalia è tenuta ad attivare alcune procedure a garanzia del credito degli Enti impositori. Equitalia invia al contribuente, prima dell'attivazione delle procedure cautelari, comunicazioni e avvisi, per informarlo delle azioni che per legge è tenuta a compiere al fine di recuperare quanto dovuto. Per i debiti fino a mille euro non si procede alle azioni cautelari ed esecutive prima di 120 giorni dall'invio, mediante posta ordinaria, di una comunicazione contenente il dettaglio del debito. Si dà corso alle procedure esecutive per la vendita all'asta dei beni, in caso di debiti per i quali persiste il mancato pagamento.

Il valore economico e l'elemento affettivo dell'animale- Esistono precedenti di limitazione alla pignorabilità dei beni di contribuenti fiscalmente insolventi, anche sulla spinta della giurisprudenza. I casi più recenti riguardano la prima casa, gli stipendi e le pensioni. Per quanto riguarda gli animali d'affezione, si ricorda una trasmissione di Ballarò che ospitò al riguardo i chiarimenti di un Ufficiale Giudiziario. Il Codice di Procedura Civile dichiara, sì, pignorabili tutte le cose del debitore, quindi i beni suscettibili di valutazione economica; ma bisognerebbe quindi attribuire innanzitutto un valore economico agli animali (cosa fattibile per animali da stalla, come i cavalli, o da pascolo, ma assolutamente improbabile nel caso di animali da compagnia che hanno solamente un valore squisitamente affettivo).
Inoltre esiste l'elemento non trascurabile della "ritorsione sull'affetto" in materia di pignoramento: per evitare che il pignoramento dei beni di un proprietario possa tramutarsi in una forma indiretta di ritorsione psicologica sul debitore, la Legge esclude il pignoramento di tutti quei beni che abbiano un valore affettivo (le fedi nuziali, le lettere e gli scritti di famiglia, gli oggetti sacri, etc...).

Iniziative legislative- Già nel corso della precedente Legislatura, in occasione della riforma della Legge 281/Randagismo, era stata proposta la modifica del Codice di procedura civile per considerare solo cani e gatti come "impignorabili", facendo leva sul legame affettivo. La Commissione Giustizia della Camera aveva bocciato la proposta, "in quanto la ratio giustificatrice dell'esclusione" - ovvero l'affetto-  non riguarda solo cani e gatti, ma "è da rinvenire nel particolare rapporto che può instaurarsi tra l'uomo ed animali anche diversi".
Nell'attuale Legislatura è stata presentata la PDL Brambilla-Castiello Introduzione dell'articolo 2911- bis del codice civile, concernente il divieto del pignoramento degli animali domestici, dove per "domestico" non viene individuata una definizione di specie.