• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31300
REGGIO EMILIA

Morti improvvise in stalla, forse erba velenosa. Analisi Izs

Morti improvvise in stalla, forse erba velenosa. Analisi Izs
Il Servizio Veterinario: "Stiamo aspettando l'esito delle analisi necroscopiche che abbiamo fatto effettuare all'Istituto zooprofilattico.
"Ma non c'è nessun allarme sanitario, anche perchè dopo quell'episodio (risalente all'8 gennaio scorso ndr.) non se ne sono registrati altri",– spiega il direttore del servizio veterinario provinciale, Antonio Cuccurese.

La morte improvvisa di una mucca e di tre vitelli, avvenuta all'interno dell'allevamento dell'azienda Gianni Magnanini di via Reatino 67, a Novellara, aveva suscitato qualche preoccupazione in zona, in particolare tra gli allevatori ma, dopo che i veterinari del servizio hanno effettuato i necessari controlli presso la stalla interessata dal fenomeno.

Gli stessi veterinari hanno subito escluso che si tratti di patologie contagiose o gravi non avendo riscontrato presenze di virus o spore di malattie patogene. L'ipotesi che è stata fatta, quindi, per questo singolare caso di morte improvvisa, è quella della presenza casuale di erbe velenose in mezzo al fieno mangiato dai tre animali morti, per altro, nel giro di pochissime ore.

«Una foglia di oleandro, per esempio – spiega un veterinario – che finisca nel fieno, può essere fatale per una mucca che può morire anche in meno di un'ora».

Un'erba estremamente velenosa per i bovini, quindi, anche se la presenza di sostanze tossiche o altro negli animali morti potrà essere confermata solo dall'esito delle analisi in corso all'Istituto Zooprofilattico che, tuttavia, richiedono molto tempo. Solo quando arriveranno gli esiti della analisi si potrà confermare se l'ipotesi di un'erba velenosa come causa della morte dei tre animali sia giusta. Nel frattempo, però, i veterinari stanno continuando a monitorare la situazione per escludere che la cosa possa ripetersi altrove o nella stessa azienda.

«Non c'è comunque da preoccuparsi – conclude il dottor Cuccurese – non trattandosi di patologie trasmissibili o pericolose sia per gli animali che per gli uomini». (fonte.)