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2013-2015

Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura

 Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura
La pesca è ancora un settore in grado di creare occupazione. L'acquacoltura ha compensato la crisi, ma va sostenuta.
Assicurare la tutela dell'ecosistema marino e della concorrenza e garantire la competitivita' del settore ittico. Il Ministero delle Politiche Agricole ha adottato il Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura 2013-2015. Il provvedimento è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 giugno, dove è rinvenibile anche il decreto per presentare manifestazioni di interesse alla realizzazione del Programma stesso.

La crisi della pesca- Nel provvedimento il Ministero enfatizza la difficoltà economica del comparto: mai come in questo momento le politiche di governo del settore sono chiamate a scelte decisive, in grado di misurarsi con una crisi straordinaria, ambientale, economica e sociale che segna la fine di un ciclo negativo per il settore ittico italiano. E' inoltre in atto un "gravoso processo di adeguamento alle diverse normative emanate nell'ultimo quinquennio", fra le quali rientra il cosiddetto "pacchetto igiene".
 
A conclusione di un decennio difficile, la pesca italiana e' un settore capace di creare reddito ed occupazione e come tale attende un segno di attenzione da parte del Governo nella predisposizione della nuova programmazione economica, in corso di definizione sia a livello nazionale che comunitario.

Il ruolo dell'acquacoltura - La bilancia commerciale italiana e' peggiorata: e' aumentata progressivamente la dipendenza dell'approvvigionamento del prodotto dall'estero; l'acquacoltura e' stata chiamata a compensare la riduzione della produzione tradizionale, ma, per una molteplicita' di motivi, non ha assunto un effettivo ruolo di vicarianza. Il Programma triennale fa comunque riferimento a quegli aspetti che si integrano con le politiche della pesca nell'ambito delle politiche del mare.  Piscicoltura e molluschicoltura italiana contribuiscono alla disponibilita' di prodotti alimentari dal mare, ma la crescita interna non ha segnato una risposta consistente alla crescita della domanda ormai soddisfatta in larga parte dalle importazioni e dagli scambi all'interno dell'UE.

Fra le questioni rilevanti che il periodo di programmazione triennale dovra' affrontare per restituire certezze al settore, figura la trasparenza nella produzione di mangimi per acquacoltura; in particolare il controllo dei prezzi e le condizioni di pagamento in modo allineato che costituiscono problemi di rilevante spessore. Tale situazione condiziona gli stessi produttori cui viene imposto l'inserimento della composizione dettagliata del mangime (tracciabilita' obbligatoria) in etichetta. Le diverse percentuali di materie prime incidono infatti in modo rilevante sul costo di produzione del mangime laddove le imprese produttrici sono in grado di sostituire le proteine ottenute dalle farine di pesce, che sono molto costose, con le piu' economiche farine di vegetali.

La pesca ricreativa- il Programma nazionale triennale intende consolidare la recente strategia di raccordo fra la pesca professionale e quella sportiva e ricreativa anche avviando una seconda fase del censimento dei pescatori in mare.

La ricerca scientifica- Le attivita' nel settore delle pesca marittima e dell'acquacoltura e sulle risorse marine viventi sono state caratterizzate da un intenso sviluppo nel corso degli ultimi anni. Il Programma 2013-2015 puntaa riorganizzare le conoscenze prodotte per rafforzare gli standard europei della ricerca con priorita' ai temi della gestione e della regolazione e del controllo.

Il Programma 2013-2015 compendia la consistenza economica del comparto.

pdfPROGRAMMA_PESCA_E_ACQUACOLTURA_2013-2015.pdf178.81 KB