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DECRETO BIS

Compensi professionali: dalle tariffe ai parametri

Compensi professionali: dalle tariffe ai parametri
Il decreto del Ministro Severino contiene principi validi per le professioni tecniche e giuridiche. Ma anche per la veterinaria.
A completare la riforma delle professioni varata da questo Governo mancano la disciplina delle società tra professionisti e dei parametri professionali. La prima è in sospeso, la seconda in arrivo.

E' infatti pronto il provvedimento per il calcolo dei compensi dei professionisti in caso di liquidazione davanti al Giudice, ovvero quando fra le parti è insorto un contenzioso.
Dopo una prima bocciatura, il decreto-parametri tornerà al vaglio del Consiglio di Stato in una seconda versione messa a punto dal Ministro della Giustizia, Paola Severino, per le sue professioni vigilate.

Anche il Ministero della Salute dovrà emanare i parametri giudiziali dei compensi veterinari. E proprio basandosi sui principi individuati da Via Arenula per avvocati, notai, biologi, agronomi ecc. la FNOVI ha già elaborato una proposta, che fa leva sullo Studio indicativo e ricomprende i rapporti economici degli iscritti con la Pubblica Amministrazione.

Il decreto-parametri- scrive su 30giorni il Presidente della Fnovi, Gaetano Penocchio- "non diversamente dal nostro Studio,  si fonda su criteri di costruzione del valore monetario della prestazione per dare un valore oggettivo alla prestazione, tenendo conto anche del pregio dell'opera prestata, dei risultati e dei vantaggi, "anche non economici", conseguiti dal cliente, dell'eventuale urgenza della prestazione. Il tutto è stato tradotto nella cosiddetta "regola del parametro", meno astrusa di quanto possa sembrare e non lontana dai ragionamenti sottesi al nostro Studio".

Il decreto considera i parametri anche come "corrispettivo da porre a base di gara per l'affidamento di contratti e servizi attinenti all'architettura e all'ingegneria. Un principio che la Fnovi fa proprio: "Per i compensi nelle gare, bandi e appalti le pubbliche amministrazioni che ricorrono a prestazioni medico veterinarie dovrebbero darsi dei parametri, esattamente come è stato stabilito per l'edilizia".

Sarebbe una soluzione per evitare il fenomeno- fin troppo diffuso in veterinaria- dei bandi al ribasso. "Quando efficacia e qualità sostanziano la prestazione- osserva Penocchio - il criterio del ribasso non è un buon criterio. Nelle prestazioni medico veterinarie il ribasso è stato causa di incresciose conseguenze per i pazienti, di inefficacia e quindi di spreco".  Ad avvalorare ulteriormente il principio di proporzionalità fra qualità e tariffa è lo stralcio della norma- contenuta nella prima bozza-Severino- in base alla quale il giudice poteva aumentare o diminuire il compenso di un 60% secco in maniera discrezionale.

Nel decreto, il corrispettivo professionale si intende composto da "compenso, spese e oneri accessori" (spese e oneri accessori sono una novità di questa seconda stesura) ed è determinato sulla base di diversi elementi che compongono la prestazione intellettuale, non ultima la complessità e la specificità della prestazione.

E cosa sono i parametri se non dei riferimenti "tariffari"? La tariffa minima  "è sempre stata un indicatore economico, utile ad esprimere, in valori monetari, la somma dei componenti minimi della prestazione- osserva il Presidente Fnovi che aggiunge: " Questo concetto, avversato come anticoncorrenziale, viene oggi recuperato dalla riforma delle professioni".

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