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MILK IN PROGRESS: IL LATTE E' DIVENTATO EVENTO

MILK IN PROGRESS: IL LATTE E' DIVENTATO EVENTO
Miti da sfatare. Verità da riaffermare. L'edizione Milk in Progress 2011 ha innovato nello stile e nei messaggi: talk show al Pirellone per esaltare i veri protagonisti della filiera lattiero casearia, quelli che tengono in piedi un comparto alimentare che regge la crisi e tiene su la bilancia commerciale del Paese. La Sivar promotrice e organizzatrice dell'evento con Pfizer Animal Health".

L'Italia sceglie la qualità. In fatto di latte e derivati, i problemi economici non fanno cambiare idea agli italiani. La famiglia DOP fotografata Ismea, attraverso Gfk Eurisko, è disposta alla spesa per latte e latticini ma devono essere prodotti selezionati e DOP.

Per valutare questo dato, i big della filiera si sono riuniti ieri all'ultimo piano del Pirellone per la seconda edizione annuale di Milk in Progress, il progetto promosso da Sivar (Società italiana veterinari animali da reddito) e Pfizer Animal Health.

Con loro, c'erano medici, consumatori e giornalisti, tutti impegnati in un dibattito organizzato con la formula del talk show e la conduzione di Franco Di Mare, noto conduttore RAI. In platea, veterinari pubblici e privati, allevatori, consumatori e produttori che Alejandro Bernal, Presidente EuAfMe, ha ringraziato a nome di Pfizer.

L'industria lattiero-casearia detiene il primato nazionale in termini di fatturato, incidendo per il 12% su quello complessivamente realizzato dall'industria alimentare italiana (124 miliardo di euro nel Paese nel 2010). Un dato concreto, che più concreto di così non si può, in una giornata che ha fatto emergere il peso economico della filiera e sfatato i falsi miti che la percorrono, dalla stalla alla tavola.

I veri protagonisti della filiera lattiero casearia- un comparto che tiene su la bilancia commerciale del Paese- hanno fatto esercizio di realismo. In una stalla c'è reddito e ce n'è di più se gli animali sono sani. Per questo alla zootecnica conviene economicamente fare prevenzione e investire sulla sicurezza del prodotto.

Le minacce sanitarie sono fuori dai nostri allevamenti, grazie ad interventi veterinari per i quali Giorgio Varisco (Izsler) ha parlato di "one vet" per intendere il concorso di professionalità pubbliche e private che sovrintendono alla salute della stalla e alla sicurezza dell'alimento.
Per capire l'importanza, anche economica, della prevenzione, il paragone suggerito dal Presidente Sivar Mauro Casalone (foto) è quello delle alluvioni: "Se non si fa un programma di biosicurezza per individuare i fattori di rischio, non si tiene l'allevamento al riparo dall'ingresso improvviso e incontrollato di agenti infettivi".

L'Italia è l'unico Paese che ha il latte di "alta qualità", che dagli anni Settanta ha innescato un meccanismo virtuoso per il quale meglio si produce e più si paga. Standard rigorosissimi autoimposti dai grandi nomi del DOP nazionale come Auricchio, Grana Padano e Granarolo che hanno parlato della grande battaglia che si gioca all'estero per l'affermazione dei prodotti nazionali, contro imitazioni improbabili ("il pravalone") che possono ingannare la vista, "ma non il gusto".

Se il latte è scienza e tecnologia, come ha spiegato Assolatte,  il benessere dell'animale che lo produce "non è un concetto bucolico, è alta formazione"- ha sottolineato il Presidente Sivar Casalone. "L'etica verso l'animale e verso il prodotto si chiama "buona pratica", l'approccio clinico in stalla si è evoluto e oggi si parla di anamnesi della mandria, di animali in armonia con l'ambiente, attraverso la lettura di nuovi indicatori e criteri di osservazione dei capi, dal pelo al modo di ruminare". Il veterinario in azienda fa ogni giorno tutto questo- ha sottolineato il Presidente della Fnovi Gaetano Penocchio- esprimendo pubblica soddisfazione per il sostegno di AIA, rappresentata sul palco dal presidente Nino Andena, alla nascita di un "veterinario aziendale", giuridicamente investito del ruolo che già ricopre.

La zootecnia è reddito per il Paese, ma è "sotto attacco" ha esordito Andena: "Cosa vogliamo fare della zootecnia? Gli allevatori chiedono di essere considerati cittadini come tutti gli altri e non di essere sotto attacco mediatico". Gli allevamenti producono metano e inquinano? "Le vacche sono in continua diminuzione- ha detto Andena- mentre l'inquinamento aumenta, ci spieghino come mai". Gli allevamenti intensivi sono contro il benessere? " Nelle mie stalle d'estate c'è l'aria condizionata" ha sdrammatizzato Andena, in un clima disteso, ma sempre sorretto dalla più rigorosa professionalità degli interventi.

"Stanno medicalizzando l'alimentazione- ha detto il Prof Eugenio Del Toma- ridimensionando nutrizionisti televisivi ("non esiste il titolo di nutrizionista nelle Facoltà di Medicina"), ideologi della dieta ("c'è un latte per tutte le stagioni e tutte le età"), crociati dell'alimentazione ("il latte non fa ingrassare e non è condivisibile l'eliminazione delle proteine animali dalla tavola") e fanatici del salutismo ("quello delle intolleranze è un capitolo accettato supinamente dai medici, la metà dei soggetti inviati al test non ne ha").

I consumatori sono preoccupati per l'ambiente? Troppo packaging? La risposta è arrivata anche su questo: la bottiglia di vetro non è affatto il miglior contenitore per il latte, perché lo espone alla luce. Il tetrapack- ha spiegato Elisa Nistri del marketing Tetra Pak spa- è brevettato come contenitore "a uovo", è ridotto al minimo e si può riciclare. Non lo sa quasi nessuno: www.tiriciclo.it