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CAUDOTOMIA, ENCI: NESSUNA RESISTENZA AL RICORSO

CAUDOTOMIA, ENCI: NESSUNA RESISTENZA AL RICORSO
Il termine "resistente" è una imprecisione del TAR Lazio. L'ENCI ha ufficialmente smentito di essersi opposto al ricorso presentato da numerosi allevatori per l'annullamento dell'Ordinanza il 22 marzo 2011 del Ministero della Salute che vieta, senza eccezioni di standard, la caudotomia. Udienza il 7 settembre.

L'ENCI non si è opposto al ricorso promosso davanti al TAR Lazio da decine di allevatori per l'annullamento dell'ordinanza 22 marzo 2011 del Ministero della Salute, che prevede il divieto assoluto della caudotomia, senza più ammettere le eccezioni per il rispetto degli standard FCI in alcune razze canine.

La notizia - spiega la smentita ufficiale dell'ENCI- trae origine dalla circostanza che nel sito internet del TAR Lazio l'ENCI è qualificato come "resistente". Tale qualifica è dovuta ad una evidente imprecisione del sistema informatico in uso presso il Tribunale amministrativo e qui si smentisce in modo categorico - prosegue la nota- che l'ENCI abbia avuto od abbia intenzione di resistere al suddetto ricorso".

Anzi, il presidente Francesco Balducci dichiara che l'ENCI "comprende perfettamente le ragioni" del ricorso in questione e "per propria funzione istituzionale", è impegnato nelle sedi opportune ad "ottenere un provvedimento che, una volta per tutte, risolva la questione con il riconoscimento delle esigenze di tutela della salute animale che sono alla base delle istanze cinofile".
Il ricorso in questione è stato depositato il 22 luglio 2011 per l'annullamento dell'Ordinanza del 23 marzo 2011. Stando agli atti del Tribunale, l'Ente Italiano della cinofilia appare tra gli oppositori al ricorso insieme al Ministero della Salute, quello delle Politiche Agricole e all'Enpa.

La presenza dell'Enci era stata commentata da alcuni siti cinofili come "un'incongruenza evidente nella duplice posizione dell'Enci, che da una parte è l'unico ente preposto alla difesa degli standard del libro genealogico e dall'altra ritiene cosa opportuna lasciare che il completo divieto entri in vigore contro il volere dei suoi stessi iscritti, gli allevatori che hanno fatto ricorso".

Il chiarimento dell'ENCI, sollecitato dai cinofili della Rete, è dunque arrivato. D'altra parte, l'ENCI il 2 agosto si era premurato di chiarire che per le attività degli allevatori connesse al Libro genealogico l' unico riferimento riconosciuto è il Codice etico dell'allevatore di cani. In fatto di selezione, il Codice impegna l'allevatore a "selezionare con l'obiettivo di migliorare la qualità della razza, secondo quanto previsto dallo standard di razza ufficiale (FCI)".

L'udienza è fissata per il 7 settembre prossimo.