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TRAFFICO DI KETAMINA PER EVADERE IL FISCO

TRAFFICO DI KETAMINA PER EVADERE IL FISCO
Dietro il traffico di Ketamina, un modo per evadere il fisco. Lo ha ammesso il farmacista di Fiavè finito in carcere l'altro giorno con l'accusa di importazione, detenzione e commercializzazione di farmaci illegali. I veterinari coinvolti non sono indagati, ma finiranno nel mirino della Guardia di Finanza.

Dietro il traffico di Ketamina, un modo per evadere il fisco. Lo ha ammesso il farmacista di Fiavè finito in carcere l'altro giorno con l'accusa di importazione, detenzione e commercializzazione di farmaci illegali. Il professionista è stato interrogato dal giudice e ha confessato di aver venduto ai veterinari il farmaco non registrato. In questo modo, i professionisti potevano effettuare interventi senza fatturarli evadendo il fisco.


I veterinari usando farmaci non registrati potevano far risultare un numero inferiore agli interventi reali. Ieri il farmacista ha spiegato la sua posizione e il suo difensore ha anche presentato istanza di scarcerazione. Il farmacista ha spiegato di essersi prestato al meccanismo solo per favorire i clienti, senza ricavarne un particolare vantaggio economico.

In tutto, i veterinari che acquistavano la ketamina da lui erano una quindicina. Dal punto di vista penale non rischiano nulla, ma adesso la loro posizione passerà al vaglio della Guardia di Finanza per accertare l'eventuale evasione fiscale.


Il farmacista era finito in carcere. Agli arresti domiciliari, invece l' amministratore unico della Società con sede sia a Fiavè che in Alto Adige, l'addetto al settore commerciale della ditta e figlio del farmacista, sua sorella, impiegata nella farmacia e altri due addetti al settore commerciale.


L'accusa per tutti è di concorso nell'importazione, la detenzione e la commercializzazione di farmaci che non hanno avuto l'autorizzazione dell'Aifa. L'indagine è iniziata nell'agosto nel 2009 quando a Vezzano viene fermato un addetto della Società di Fiavè che stava trasportando del Ketamidor, farmaco austriaco la cui vendita non è consentita in Italia. Da qua sono partite le indagini.


Il capannone-deposito di farmaci veterinari di Fiavè avrebbe continuato la sua attività, con camion impegnati a portare e prelevare, anche dopo l' arresto e le denunce per supposta importazione illegittima dall'Austria.