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INCENTIVI ECM, LA COMMISSIONE CREA GRUPPO DI LAVORO

INCENTIVI ECM, LA COMMISSIONE CREA GRUPPO DI LAVORO
La Commissione nazionale per la formazione continua in medicina ha istituito un gruppo di lavoro per la definizione degli incentivi ai professionisti impegnati nelle attività ECM. Ne farà parte il Presidente della FNOVI. In base agli Accordi Stato Regione, i liberi professionisti devono avere "precise garanzie normative" e "agevolazioni sui costi sopportati". Che fine ha fatto il "tesoretto"?

La Commissione nazionale per la formazione continua in medicina ha istituito un gruppo di lavoro per la definizione degli incentivi ai professionisti impegnati nelle attività ECM. Ne farà parte il Presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio, in veste anche di Commissario ECM e già componente della sezione "Libera Professione". Lo si apprende dal portale fnovi.it.

La decisione adottata il 18 gennaio scorso risponde alle sollecitazioni della Categoria medico veterinaria, sfociate nella protesta dell'ANMVI e nella decisione delle sue maggiori Società scientifiche di non accreditare più nel sistema ECM i congressi nazionali. Il principio dell' obbligatorietà dell'aggiornamento è stato anche oggetto di una Decisione adottata formalmente dal Consiglio Nazionale FNOVI di Firenze, che ne chiarisce la portata deontologica e normativa.

Di recupero dei costi si parla da molto tempo senza arrivare a proposte concrete, malgrado un "tesoretto" da 113milioni di euro incassato dal Ministero del Tesoro già nel 2008 e finito nell'indagine parlamentare sull'ECM, condotta dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato.

All'epoca, convocata in audizione dal senatore Antonio Tomassini, Maria Linetti aveva espresso la volontà del Ministero della Salute e della Commissione ECM di riappropriarsi di risorse versate da provider e partecipanti: "Condivido pienamente e in via assoluta - aveva dichiarato- che le risorse in questione debbano rientrare in benefici indiretti come per esempio una defiscalizzazione, un qualcosa che possa aiutare tutti a partecipare in modo più fattivo e con minore peso alla formazione continua".

Nell'ambito di quella stessa indagine, l'ANMVI aveva svolto un'audizione contestando la pretesa impositiva a carico dei privati, introdotta dall''Accordo Stato Regioni dell'agosto 2007, il primo atto normativo in cui si formalizzava  l'obbligo per i liberi professionisti e si davano anche indicazioni per una compensazione economica dell'impegno richiesto.

Il principio è stato poi ribadito dall'Accordo Stato-Regioni del 5 novembre 2009, dove si legge: "è evidente come ogni eventuale obbligo per i liberi professionisti debba fondarsi su alcune precise garanzie normative e individuare agevolazioni sui costi sopportati". Per i liberi professionisti si parla anche di individuare diversamente il debito complessivo dei crediti e la composizione del Dossier formativo. Tutte misure che ad oggi sono solo ipotesi astratte, insufficienti a dare certezza d'obbligo e a legittimare un sistema per il quale ANMVI ha sollevato anche dubbi di costituzionalità.