Le più rappresentative ed importanti Società Scientifiche del settore veterinario hanno deciso di rinunciare agli ECM per i loro congressi internazionali e nazionali. Pochi i crediti riconosciuti rispetto ai costi di gestione e alle difficoltà organizzative riferite al conflitto di interessi ed alla presenza degli sponsor.
Tutte le maggiori Società Scientifiche che fanno riferimento all'ANMVI (SCIVAC, SIVAE, SIVAR e SIVE) che rappresentano circa 13mila Medici Veterinari che operano nei diversi settori della veterinaria (animali da compagnia, animali esotici, animali da reddito ed equini) hanno deciso di rinunciare ai crediti ECM per le loro iniziative congressuali internazionali e nazionali.
La decisione dipende da un lato dall'esiguo numero di crediti che viene riconosciuto a questi eventi, un credito al giorno nonostante l'elevato rilievo scientifico degli stessi, dall'altro dagli elevati costi derivanti dalla gestione degli ECM e le enormi complicazioni a livello scientifico ed organizzativo dovute dalle nuove regole riferite al conflitto di interessi ed alla collaborazione con gli sponsor.
"Che senso ha riconoscere solo un credito al giorno ad un congresso nazionale che è il momento più importante di confronto per il mondo scientifico? Ci sentiamo presi in giro. Non si può punire un evento scientifico solo per il numero dei partecipanti, è veramente ridicolo- dichiara Fulvio Stanga, Responsabile scientifico della SCIVAC. Inoltre l'enorme fiscalizzazione e burocratizzazione del sistema ECM per quanto riguarda il rapporto con gli sponsor ed il possibile conflitto di interessi dei relatori rendono ingestibile il congresso. Tutti i migliori relatori a livello internazionale hanno bene o male, per motivi di ricerca o sviluppo di progetti scientifici, rapporti con aziende del settore. Dovremmo rinunciare a loro non potendo dichiarare che non hanno conflitti di interesse? Preferiamo rinunciare ai crediti ECM. Per noi il livello scientifico dei nostri eventi è certamente più importante per l'aggiornamento veterinario della raccolta dei crediti". "Non dimentichiamo poi - continua Stanga - che ad oggi i crediti ECM non sono obbligatori per i liberi professionisti perché il Ministero della Salute non ha ancora risolto il problema del recupero fiscale dei costi sostenuti per poterli ottenere".
La posizione delle Società Scientifiche veterinarie è di conseguenza quella logica di difendere la crescita culturale e scientifica dei propri iscritti rinunciando ai crediti ECM che dimostrano sempre di più di essere solo un sistema burocratico inutile, non obbligatorio, evidenziandosi ormai solo come una nuova tassa sugli operatori sanitari.