Allarme febbre suina. Oms: 70 morti in Messico. Fazio: ''Siamo in allerta ma non c'è da preoccuparsi''. Una nuova variante sconosciuta del virus animale si starebbe trasmettendo da uomo a uomo mietendo vittime. Negli Usa 9 persone colpite ma nessuno ha avuto contatti diretti con i maiali. Per il governo di Città del Messico i morti a causa del virus sarebbero solo16
In merito ai casi di influenza "suina" verificatisi in Messico e negli Stati Uniti si rende noto che è stata allertata la rete di controllo Influnet del Ministero, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, e altre strutture per la sorveglianza del virus sul territorio.
Si segnala che l'Italia dispone di un preciso Piano concordato con gli altri Stati dell' Unione Europea di preparazione e risposta ad un'eventuale pandemia influenzale e di ampie scorte di farmaci antivirali da utilizzarsi in caso di necessità.
Il Sottosegretario Ferruccio Fazio in queste ore sta anche valutando l'opportunità di assumere iniziative relative a controlli alle frontiere.
''E' stata attivata - spiega all'ADNKRONOS SALUTE - la rete Influnet, dell'Istituto superiore di sanità e altre strutture per la sorveglianza sul territorio delle sindromi e dei virus. Ho sentito i colleghi di altri Paesi europei e anche loro hanno lo stesso livello d'allerta. Un funzionario, inoltre, segue costantemente la situazione'', prosegue sottolineando che ''per il momento non c'è da preoccuparsi. Abbiamo stock di farmaci antivirali, gia' disponibili''. Il virus, spiega il sottosegretario, ''è H1N1, uguale al responsabile dell'influenza asiatica. Ha un discreto troopismo respiratorio, cioè è aggressivo nei confronti dei polmoni e dunque pericoloso per categorie piu' vulnerabili, come gli anziani, per le conseguenze che puo' causare''.
Se fosse confermato che la trasmissione del virus dell'influenza suina nei casi segnalati sia effettivamente avvenuta da uomo a uomo, ciò indicherebbe un salto di specie compiuto dal virus: il virus potrebbe quindi essere capace di infettare e propagarsi nell'uomo innescando il rischio di pandemia. Lp afferma il direttore del reparto di Epidemiologia dell' Istituto Superiore di Sanità (Iss) Stefania Salmaso, secondo la quale sembrerebbe trattarsi di un virus che "si è rimescolato geneticamente nei maiali acquisendo caratteristiche nuove e che lo rendono capace di infettare l'uomo". Anche per il direttore scientifico dell'istituto nazionale Spallanzani di Roma , specializzato nella diagnosi e cura di infezioni, Giuseppe Ippolito, c'é un "alto livello di attenzione" tra le istituzioni nazionali e internazionali. L'influenza messicana, ha avvertito l'esperto di influenza Pietro Crovari, "é sicuramente una situazione che merita attenzione perché può essere il punto di partenza di una pandemia".
Negli Usa la febbre suina ha contagiato nove persone in due Stati. A comunicare i casi sono stati i Centers for Disease Control, riferendo anche che tutti i pazienti si stanno riprendendo e solo per uno è stato necessario il ricovero. A creare un certo allarme è il fatto che il microrganismo responsabile è un virus mai visto prima, per l'esattezza una combinazione di virus diffusi fra maiali, volatili ed esseri umani, sottolineano i Cdc.
Gli esperti ritengono probabile il verificarsi di nuovi casi, ma pensano anche che non sia il momento di allarmarsi troppo in tutto il Paese. Non è ancora certo se gli 8 casi, localizzati in California e Texas, sono collegati alla lunga e severa stagione influenzale del vicino Messico, dove sono morte 20 persone. I primi ad ammalarsi negli States sono stati un ragazzo e una ragazza nelle due Contee più a Sud della California. Poi sono stati scoperti altri 5 casi attraverso la rete di sorveglianza della normale influenza.
Nessuno dei pazienti, che presentano sintomi molto simili a quelli del malanno di stagione, ha avuto alcun contatto diretto con i maiali. Fra i contagiati, due sedicenni che frequentano la stessa scuola a San Antonio e un padre e una figlia. Secondo i Cdc, dunque, la malattia si starebbe trasmettendo da uomo a uomo.
I campioni di virus prelevati ai sette mostrano geni tipici di altri virus responsabili delle febbre suina, della normale influenza e dell'aviaria. Una combinazione di microrganismi presenti negli Usa, ma anche in Europa e Asia.
Per questo gli esperti stanno lavorando con colleghi stranieri per capire che cosa sta accadendo in altre parti del mondo. Anche il vicino Canada alza la guardia, allertando i medici su eventuali casi di malattie respiratorie fra i viaggiatori dal
In Messico avrebbe già provocato 800 casi e 70 morti, 57 dei quali nella capitale. Negli Stati Uniti per ora i casi sospetti sono 7. Si tratta di un virus influenzale suino mutato, ovvero un virus che normalmente colpisce i maiali ma che è diventato capace di infettare anche gli esseri umani. Anzi, secondo quanto ha affermato uno dei medici che indagano sui casi negli Stati Uniti, la dottoressa Anne Schuchat, dell'agenzia federale per la salute Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), il virus sarebbe addirittura in grado di trasmettersi da persona a persona.
Il governo messicano ha deciso di chiudere le scuole e le università a Mexico City e nell'area intorno alla capitale (dove vivono 20 milioni di persone) e di avvertire la popolazione di evitare di frequentare i luoghi affollati se non è strettamente necessario, mentre chi presenta sintomi di influenza è invitato a rimanere in casa e non andare al lavoro. Il ministro messicano della Sanità, Josè Angel Cordova Saavedra, ha detto che l'epidemia di influenza suina è causata da «un virus mutante altamente contagioso» comparso per la prima volta nel sud degli Stati Uniti circa due mesi fa, mentre le autorità di Città del Messico hanno annunciato una vasta campagna di vaccinazione contro la malattia.
Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità, per bocca del portavoce Gregory Hartl, sostiene che la situazione è preoccupante perché stiamo osservando una attività insolita dell'influenza in cinque località (Texas, California e tre posti del Messico) in un periodo in cui la normale influenza è di solito già finita. Hartl ha sottolineato che i circa 800 casi sospetti in Messico riguardano persone giovani e in buona salute. L'Oms ha fatto inoltre sapere che alcuni dei campioni di virus prelevato presso malati in Messico hanno la stessa struttura genetica del virus che ha colpito la California: dunque, si tratterebbe dello stesso virus. L'Oms convocherà, in un prossimo futuro, un comitato di emergenza che valuterà se la situazione costituisce un evento di sanità pubblica che possa destare preoccupazione a livello internazionale.
La Casa Bianca ha ribadito che il presidente Barack Obama «prende sul serio questa vicenda e i suoi sviluppi», secondo il portavoce Reid Cherlin. Il virus noto come H1N1, ha sottolineato il ministro, «ha subito una mutazione dai maiali agli esseri umani» ed è comparso per la prima volta circa due mesi fa nel sud degli Stati Uniti, e anche se è diverso «da quello dell'influenza aviaria, che è molto più aggressivo» non è detto che i vaccini disponibili finora risultino efficaci.