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SUINI, IN ITALIA ELEVATI STANDARD VETERINARI

SUINI, IN ITALIA ELEVATI STANDARD VETERINARI
Per l' Italia non si parli di "emergenza", ma di "sorveglianza". La prevenzione è la normale risposta di un sistema sanitario efficiente. Negli allevamenti nazionali di suini si attuano elevati standard di biosicurezza e di benessere animale. Per l' Italia non si parli di "emergenza", ma di "sorveglianza", il che rappresenta la normale reazione di un sistema sanitario efficiente. Tutte le iniziative che l'Italia sta assumendo, autonomamente o di concerto con le autorità nazionali, non sono altro che una risposta di prevenzione e non vanno interpretate, o strumentalizzate, come segnali d'allarme.

E' questa la raccomandazione dell'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani sui contagi da H1N1 oltreoceano, che aggiunge: gli allevamenti italiani di suini sono sottoposti a regolari controlli ufficiali ed alla sorveglianza sanitaria dei veterinari aziendali, in un contesto produttivo che conosce elevati standard di biosicurezza a favore della salute e del benessere animale. Gli stessi medici veterinari che operano negli allevamenti suinicoli, e che sono a contatto diretto con gli animali, mantengono le ordinarie misure di protezione e di igiene.

L'Italia è autosufficiente per quanto riguarda il consumo di carni e quelle nazionali sono e restano sicure. Rigorosi controlli veterinari vengono regolarmente svolti dai veterinari addetti ai controlli transfrontalieri. E, in tutti i casi, la carne non rappresenta un veicolo di trasmissione dell'influenza.

Ciò' che si è verificato in Messico rappresenta un fatto parzialmente nuovo. Come precisato dall'OIE, restano ancora da definire numerosi aspetti virologici, epidemiologici e clinici dell'epidemia in corso negli USA e in Messico. Anche l'Oms ha assunto una posizione di prudenza inviando propri esperti nelle zone del contagio e dando un indicatore di allerta di livello medio-basso, pari a 3. Ciò basta a denotare una maggiore prudenza da parte delle autorità sanitarie mondiali rispetto a quella che ha connotato la pandemia mediatica dell'influenza aviaria.