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PATTA, ORDINE IDONEA GARANZIA PER L'UTENTE?

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E’ stata avviata in Aula a Montecitorio la discussione sul disegno di legge 1606, di iniziativa governativa, che proroga di un anno ( al 4 settembre 2007) la delega al governo per l’ istituzione degli Ordini delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione ( legge 1 Febbraio 2006,n. 43).Il Sottosegretario alla Salute, GianPaolo Patta ha sottolineato che il Governo, malgrado i tempi lunghi, non ha rinunciato a riordinare la materia e che il provvedimento “ non intende moltiplicare le corporazioni o rafforzare nicchie protette”, e proprio per questo è stata avviata una revisione della programmazione relativa ai fabbisogni delle professioni e un confronto con il Ministro dell’Università per evitare che si verifichino questi “blocchi” che potrebbero apparire una tutela impropria a favore di queste professioni. “ Molto probabilmente – ha detto Patta nella seduta del 12 febbraio- ha ragione chi dice che forse l’Ordine non è lo strumnto migliore per garantire l’utente. Però al momento questo Paese ha elaborato tale tipo di organizzazione ed è in attesa di sostituirlo con strumentazioni di pari efficiacia che garantiscano adeguatamente i cittadini” E inoltre: “Nessuno di noi vorrebbe sentire - e questo paese ne ha fatto qualche esperienza - di un medico o di un professionista che millanti, magari in televisione, miracoli dal punto di vista sanitario, creando una domanda impropria. Eppure abbiamo assistito a episodi di questa natura. Faccio l'esempio della pubblicità per quanto attiene alle professioni sanitarie. Essa non può essere assolutamente la stessa che può fare un ingegnere. Infatti, gli ammalati sono dei particolare cittadini che versano in uno stato di bisogno, che sono portati a credere e a sperare nelle promesse di chiunque garantisca loro la guarigione. Il Sottosegretario si è inoltre detto “ assolutamente d'accordo con gli orientamenti dell'Unione europea la quale ha ritenuto che per quanto attiene ai servizi sanitari, pubblici e privati - quindi non solo pubblici -, questi non dovessero entrare nella direttiva del mercato interno per lo stesse ragioni che ho ricordato prima. Infatti, noi abbiamo a che fare con ammalati, persone che non hanno lo stesso potere delle altre. Non si tratta di semplici utenti o clienti o consumatori: essi hanno una specificità di cui occorre tener conto”. In sostanza, agli Ordini non c’è al momento una alternativa: “ io penso - ha concluso il rappresentante del Governo- che è meglio proseguire nel dare queste garanzie ai cittadini e nel democratizzare queste strutture - come noi prevedevamo nel nostro testo - al fine di renderle più permeabili anche alla società, e non farne delle caste chiuse, magari gestite da pochi professionisti al loro interno, ma strutture che siano più aperte. Peraltro, mi pare che questi ultimi temi siano ampiamente ripresi anche nel disegno di legge Mastella”.