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FACOLTA’ DI UDINE, SCOPPIA IL CASO VETERINARIA

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Da Il Messaggero Veneto del 29 gennaio 2007 - A quasi dieci anni dalla costituzione della facoltà, l’Università di Udine chiede l’istituzione del corso di laurea specialistica, a ciclo unico, in medicina veterinaria. E all’interno dell’ateneo scoppia il caso. Il corso che riserva 18 posti delle 30(*) matricole previste agli studenti provenienti dai Paesi dell’est e conta su un finanziamento regionale di circa 6 milioni di euro in circa un decennio, non piace al consiglio della facoltà di Medicina e Chirurgia che all’unanimità ha espresso parere negativo. La facoltà di medicina è l’unica a schierarsi contro l’iniziativa destinata a tornare al centro dell’attenzione dei medici se e quando l’università deciderà di attivarla. Il senato accademico, infatti con 2 voti contro e un’astensione, ha approvato solo la richiesta d’istituzione: l’attivazione del nuovo corso di laurea scatterà in una seconda fase. Il progetto mercoledì, alle 12, sarà presentato ai rappresentanti delle categorie economiche prima di essere inoltrato al Comitato Regionale di Coordinamento ( Coreco) che deciderà se accogliere o meno la proposta. A dividere le due facoltà sono gli obiettivi del corso di laurea specialistica, a ciclo unico, basato soprattutto sull’internazionalizzazione. Il progetto prevede, infatti, l’attivazione di buona parte di corsi in inglese visto che una buona fetta di studenti arriverà dai paesi dell’est. Una prospettiva questa incentrata sui rapporti di collaborazione tra la facoltà di medicina veterinaria udinese e l’università di Lubiana e la disponibilità degli spazi per ospitare la clinica medica, indispensabile per realizzare il progetto. L’ospedale per gli animali sarà allestito nell’edificio dell’ex basket dove a breve si trasferirà il dipartimento di produzione animale. Se andrà in porto l’attivazione del corso di laurea, la struttura sarà dotata di sale visite, chirurgiche, radiologiche, di pronto soccorso e laboratorio analisi. L’investimento raggiungerà i circa 3 milioni di euro. La nuova iniziativa didattica, insomma, guarda oltre i confini nazionali, non a caso tra gli obiettivi c’è anche l’esportazione del modello di istruzione veterinario italiano per favorire l’integrazione dei sistemi di gestione della sanità veterinaria nell’Europa allargata. Ma pure la formazione dei quadri dirigenziali di sanità animale e lo sviluppo della ricerca sul controllo e la sicurezza degli alimenti di origine animale, soprattutto nell’ottica dello scambio tra nazioni. Gli studenti che arriveranno dai paesi dell’est, una volta laureati torneranno nelle nazioni di origine per inquadrarsi nei ruoli dirigenziali o tecnico applicativi della sanità veterinaria. Una prima stima effettuata fino al 2015 attesta che il corso per partire e consolidarsi richiede entrate per oltre 8 milioni di euro. Sei potrebbero arrivare dalla Regione attraverso gli assessorati all’università, all’agricoltura e sanità, 1,5 da privati tra cui le Fondazioni, 367 mila euro dalle tasse degli studenti e ulteriori 585 mila euro da commesse e attività verso terzi. Al momento l’università chiede alla Regione l’istituzione del corso che non significa necessariamente l’avvio delle lezioni. L’attivazione seguirà in una seconda fase solo se- assicura il rettore- “ci sarà la certezza dei fondi. Difficilmente la nuova iniziativa didattica partirà nell’anno accademico 2007/2008”. Honsell è convintissimo che il corso di laurea in Medicina Veterinaria si tradurrà in un bene per la comunità friulana. “Se- puntualizza- a questa regione interessa fare ricerca nel settore della medicina veterinaria è l’unica opportunità che avrà, in caso contrario si continuerà a emigrare per acquisire conoscenze altrove”. Dello stesso avviso il preside della facoltà di medicina veterinaria Marco Galeotti, che non riesce ad immaginare la facoltà senza l’omonimo corso di laurea. Anche perchè un’indagine conoscitiva effettuata nell’ateneo friulano conferma che gli studenti vorrebbero la laurea in Medicina Veterinaria. ( Università, scoppia il caso veterinaria, di Giacomina Pellizzari) (*) 80 il numero riportato dal Messaggero Veneto rettificato da @nmvi Oggi a seguito precisazione di fonte universitaria