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STUDI DI SETTORE, NO ALL’ACCERTAMENTO FACILE

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Con le modifiche sugli Studi di Settore introdotte dalla Finanziaria 2007 i contribuenti rischiano che il Fisco invii “indiscriminatamente avvisi di accertamento nei confronti dei contribuenti in tutti i casi in cui sussista una differenza tra l'ammontare dei ricavi o compensi dichiarati e l'importo dei medesimi determinabile in base agli studi di settore, anche nel caso in cui non sussista la condizione di grave incongruenza tra tali valori”( richiesta per legge per giustificare l'avvio degli accertamenti tributari). E’ questo il senso dell’interrogazione parlamentare rivolta al Governo dall’On Maurizio Leo (AN) a cui ha risposto il Sottosegretario alle Finanze Mario Lettieri . La Finanziaria 2007 ( comma 23 che ha modificato l'articolo 10, comma 1, della legge 8 maggio 1998, n. 146) “ sembra consentire – ammette Lettieri -di fondare avvisi di accertamento, derivanti dalle risultanze degli studi di settore, semplicemente a fronte di un ammontare di ricavi dichiarato di importo inferiore a quello determinabile in base agli studi stessi, a nulla rilevando l'entità dello scostamento medesimo”. Ma in realtà non è così: la norma non intende modificare surrettiziamente il quadro normativo - prosegue l'esponente dell'Esecutivo - e gli studi di settore costituiscono uno strumento di ausilio all'accertamento di tipo presuntivo e sono il frutto di un'intensa attività svolta dall'Agenzia delle entrate in collaborazione con la Società per gli studi di settore (So.Se. S.p.A.) e con le Associazioni di categoria. Inoltre, la procedura di elaborazione degli studi di settore garantisce affidabilità, obiettività e trasparenza al ragionamento presuntivo, ma non priva il contribuente della possibilità di fornire la prova contraria adducendo argomentazioni tali da dimostrare la non attendibilità del risultato dell'applicazione dello studio in relazione alla specifica situazione oggetto di controllo.. Tuttavia, il Sottosegretario Lettieri non può tacere che sotto il profilo giurisprudenziale non è possibile rilevare un orientamento univoco da parte della Cassazione in materia di accertamento basato sugli studi di settore. E così l’On Leo non è soddisfatto dei chiarimenti del Governo e ribadisce che "il nuovo orientamento assunto in merito dal Governo indurrà gli uffici finanziari ad avviare accertamenti nei confronti dei contribuenti sulla base della semplice discordanza tra ricavi dichiarati e risultanze degli studi di settore, determinando in tal modo una forte conflittualità con le associazioni di categoria, le quali si vedranno presubilmente costrette a sconfessare le intese raggiunte con l'Esecutivo ai fini della predisposizione dei medesimi studi di settore". Sullo Studio di Settore Veterinario TK22U, pende la richiesta di proroga avanzata dalla FNOVI per conto della Categoria: l’abolizione dei minimi tariffari rende necessario un ripensamento.