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ENCI, SEN CARRARA CHIEDE VERIFICHE A DE CASTRO

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Il Senatore Valerio Carrara ha rivolto una interrogazione a risposta scritta al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e al Ministero della Salute chiedendo se si intenda verificare la fondatezza delle presunte gravi violazioni delle disposizioni della legge statale (legge 14 agosto 1991, n. 281) e delle leggi regionali relative all’anagrafe canina ed al benessere animale (Accordo 6 febbraio 2003 tra il Ministro della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 3 marzo 2003) che prevedono l’identificazione dei cani da parte dei medici veterinari autorizzati mediante applicazione di microchip, come unico metodo di identificazione. L’interrogante osserva che non avrebbe dato applicazione alle norme di legge e del Disciplinare del libro genealogico. Al Senatore Carrara risulta che “ gli allevatori abbiano iscritto al libro genealogico i propri cani di razza esclusivamente con il proprio identificativo non rispettando, in questo modo, la normativa in materia di anagrafe canina. Se questo corrispondesse al vero- osserva Carrara- l’ENCI, non verificando la correttezza del numero e della sigla identificativi, ha avallato un comportamento contrario alla legge.Se ciò rispondesse a verità - si legge nell’interrogazione presentata l’8 novembre - sarebbe in palese contrasto con la legge 14 agosto 1991, n. 281, (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo), che istituisce l’anagrafe canina delegando alle Regioni l’istituzione e le modalità di iscrizione alla medesima anagrafe, nonché le modalità di rilascio al proprietario o al detentore “della sigla di riconoscimento del cane”, da imprimersi mediante tatuaggio indolore” (art. 3) e, dal 1° gennaio 2005, esclusivamente attraverso il microchip come unico sistema identificativo” Carrara aggiunge che sarebbero stati iscritti al Libro genealogico soggetti a cui il microchip non è stato applicato dal veterinario autorizzato, come prevede la legge, ma dallo stesso proprietario-allevatore “ consentendo anche truffe e illeciti”. L’ENCI sembra consentire l’iscrizione al Libro genealogico dei cani di razza, regolato con decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, di cani di razza privi di idonea identificazione, certificata dal medico veterinario. Inoltre, con decreto ministeriale dell'8 marzo 2005, n. 21203, il Ministero per le politiche agricole e forestali ha emanato le nuove “Norme tecniche del Libro genealogico del cane di razza”, stabilendo all’art. 11 che “l’Ufficio Centrale rende pubblicamente consultabili, anche per via telematica, nel rispetto della legge sulla privacy n. 163/2003, le informazioni relative all’identificazione degli allevatori e dei proprietari iscritti al registro di cui all’art. 7 del disciplinare del libro genealogico. Ma, prosegue Carrara ” non risulta che sia stato reso pubblicamente consultabile il Registro degli allevatori e dei proprietari, né è consentito l’accesso al medesimo Registro da parte degli allevatori e dei proprietari, nonostante le richieste in tal senso formulate ed il chiaro disposto regolamentare” La richiesta del Senatore ai Ministeri competenti è quindi di verificare anche “ se, a fronte della mancata pubblicizzazione delle informazioni relative all’identificazione degli allevatori e dei proprietari iscritti al registro di cui all’art. 7 del Disciplinare del libro genealogico quale specifico compito del Direttore generale, intendano effettuare una rigorosa indagine ispettiva presso l'ENCI a tutela dell’interesse pubblico e degli allevatori dei cani di razza e del benessere animale. Infatti, se quanto premesso corrispondesse al vero, vi sarebbero i presupposti per la revoca all’ENCI di tutto quanto le è stato affidato dallo Stato, inerente la sua funzione pubblica”.