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DDL MASTELLA: IL TESTO APPROVATO DAL GOVERNO

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo del ddl per la Riforma degli Ordini, presentato dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Il testo, che andrà ora al Parlamento, non è certamente come lo avrebbero gradito gli Ordini. Molte sono le cose di cui avevano chiesto una modifica che sono rimaste invariate, nonostante le mezze promesse e le diverse posizioni espresse da altri Ministri o dalle forze politiche della maggioranza, ed inoltre sono state introdotte alcune novità, mai discusse, che preoccupano molto. E' evidente che alla fine ha vinto la posizione molto ferma del Ministro Pierluigi Bersani, che è riuscito a mantenere il Consiglio dei Ministri sulle posizioni di forte liberalizzazione già espresse nel suo decreto. Certamente è un testo che se non dovesse essere modificato in Parlamento stravolge abbastanza il sistema ordinistico. E' infatti prevista la possibilità che alcuni Ordini vengano accorpati, altri di minor rilevanza trasformati in Associazioni. Forse solo quelli degli operatori sanitari e degli avvocati potrebbero essere salvaguardati perchè rappresentano interessi costituzionalmente garantiti. Quello dei Medici Veterinari dovrebbe rientrare fra questi in considerazione delle competenze sulla sanità pubblica. Gli Ordini che resteranno saranno comunque riconosciuti come " enti pubblici non economici" e questa è una piccola concessione data alle professioni che avevano fortemente contestato la loro trasformazione in enti economici simili alle imprese. Vediamo ora quali sono i punti principali che caratterizzano la riforma, alcuni fortemente criticati ma altri ben accolti dal mondo professionale in quanto incontrano esigenze più volte già espresse.
Resta la proibizione delle tariffe minime, come previsto dal decreto Bersani, e la possibilità per il cliente di concordare un prezzo anche sulla base del risultato ottenuto. Questo porterà ad un generale abbassamento delle tariffe applicate ma anche ad un aumento notevole di contenzioso con i clienti. Gli Ordini non potranno più intervenire sui minimi delle tariffe tranne i casi in cui si evidenzi una situazione di dumping ( sottocosto) o di squalificazione del decoro professionale rispetto ad un tariffario che avrà solo un valore indicativo.
Alcuni Ordini, come abbiamo già detto, potranno essere accorpati per attività similari o trasformati in Associazioni se l'attività professionale rappresentata non esprime esigenze pubbliche garantite a livello costituzionale. Potranno essere creati all'interno dello stesso Ordine altri Albi per ospitare attività complementari per le quali dovranno essere definite le attività riservate evitando situazioni di sovrapposizione.
Le attività riservate dovranno essere riviste e potranno essere ridotte e limitate per dare spazio ad altre figure professionali.
Saranno riconosciute Associazioni di nuove figure professionali se esistenti da almeno 5 anni e se l'attività degli iscritti non sarà in sovrapposizione a quelle attribuite ad Ordini già esistenti.
Gli eletti ai Consigli degli Ordini non potranno restare in carica più di 10 anni.
La pubblicità a carattere informativo sarà consentita relativamente ai titoli ed alle specializzazioni professionali, alle caratteristiche del servizio professionale offerto ed ai costi complessivi delle prestazioni. Non è chiara la funzione di controllo preventiva da parte degli Ordini, se cioè ogni iniziativa dovrà essere approvata dall'Ordine.
Gli Ordini dovranno attivarsi anche finanziariamente per agevolare l'inserimento nella professione di giovani laureati meritevoli sostenendoli nel trovare uno spazio occupazionale o nell'avvio di una loro attività.
L'accesso alla professione passerà attraverso un Esame di Stato solo per le attività di interesse pubblico e garantite. L'Esame dovrà essere sullo stesso livello in tutto il territorio nazionale e dovrà valutare le reali capacità teorico e pratiche per poter iniziare l'attività professionale. La Commissione d'esame dovrà avere una presenza professionale minoritaria. Può essere previsto un tirocinio pratico che non superi i 12 mesi e che potrà in parte essere svolto durante il Corso di Laurea o sostituito da corsi teorico/pratici organizzati dagli Ordini in collaborazione con le Università o altre organizzazioni del settore. Il tirocinante dovrà avere un riconoscimento economico per l'attività che svolge presso le strutture private.
Sarà obbligatoria una polizza di RC professionale ed il professionista sarà tenuto a comunicare al cliente il possesso di questa polizza indicandone i massimali ed eventualmente la scadenza. Gli Ordini o le Associazioni potranno concordare per gli iscritti le condizioni generali della polizza anche stipulando direttamente idoneo contratto.
Gli Ordini dovranno verificare il previsto obbligo di aggiornamento continuo professionale dei propri iscritti prendendo provvedimenti adeguati in caso di inadempienza.
Il potere disciplinare dovrà essere esercitato a livello nazionale e territoriale da organismi distinti dagli organi di gestione, composti non soltanto da professionisti iscritti all'Albo, per avere maggiore autonomia ed indipendenza di giudizio.
Viene riconfermata, come già previsto dal decreto Bersani, la possibilità di svolgere l'esercizio delle professioni riservate o regolamentate nel sistema ordinistico anche in forma societaria o cooperativa, prevedendo che possano partecipare oltre ai professionisti iscritti ad Ordini o Albi anche altri soci per prestazioni puramente tecniche o semplicemente con una partecipazione finanziaria minoritaria fermo restando il divieto per questi soci di partecipare alle attività riservate.
L'unica speranza di poter intervenire con dei correttivi sul testo dipende dalla capacità del mondo professionale di sensibilizzare il Parlamento in fase di discussione del testo o, per quanto riguarda le professioni sanitarie, che il Ministero della Salute, come già dichiarato dal Ministro, Livia Turco, decida di intervenire in fase di definizione dei decreti legislativi attuativi della delega, entro 18 mesi dall'entrata in vigore del ddl Mastella, per rivedere alcuni aspetti normativi soprattutto riguardo alle tariffe minime ed alla possibilità di fare pubblictà ai prezzi applicati.