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INTERESSE PUBBLICO, FNOVI REPLICA A CATRICALA’

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Che la professione medico-veterinaria - alla quale compete la sanità animale anche in funzione di obiettivi di sanità pubblica e di sicurezza alimentare- svolga attività di interesse pubblico è evidente, come è evidente che il Presidente Catricalà non ha nozioni in materia di malattie trasmissibili dall’animale all’uomo, nè di salute e benessere animale. Non è certo questa una colpa, anzi è la migliore dimostrazione della differenza che passa tra un professionista portatore di determinate conoscenze intellettuali e un soggetto diverso; ciò dimostra che solo chi è iscritto all’ordine dei medici veterinari ha il pieno possesso intellettuale della scienza che mette al servizio della collettività e che i suoi atti professionali sono a buon diritto “creazione dell’ingegno”, del suo esclusivo Sapere". Il Presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio ha così replicato alle dichiarazioni del Garante della Concorrenza che, ieri, in una intervista a Italia Oggi aveva sostenuto che le tariffe minime in veterinaria non hanno senso e che si tratterebbe di un vincolo inadeguato rispetto alla rilevanza pubblica delle prestazioni. ” Se è vero che il Garante ha il compito riconosciuto di tutelare i principi della concorrenza a vantaggio del mercato e di chi vi opera- scrive Penocchio- , è altrettanto vero che la Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani, che ha il compito istituzionale riconosciuto di rappresentare la professione medico-veterinaria, ha il diritto-dovere di difenderne l’immagine e la credibilità, quando inopinatamente offese”. Il Presidente della FNOVI, che ha indirizzato la sua replica al quotidiano Italia Oggi osserva che nel contenzioso con l’Antitrust la Federazione si è sempre mantenuta su ”posizioni di discrezione e di rispetto”, tuttavia anche il fair play istituzionale ha dei limiti: “se il Presidente dell’Antitrust -osserva Penocchio -ritiene di smettere i panni di rappresentante di una Autorità indipendente, di esulare dal mero ruolo di “autorità di regolazione” per concedersi agli organi di stampa con pareri personali sul significato dell’interesse pubblico di una professione e della nostra in particolare, riteniamo che chi scrive abbia il diritto di fare altrettanto e, nel caso, di dissentire profondamente”.