Ieri le professioni unite e noi medici veterinari presenti, si sono ribellate a un attacco concertato per demolire l’impianto stesso del mondo professionale che si riconosce in un sistema di autogoverno della categoria.
Il nostro mondo è stato identificato come l’agnello sacrificale sull’altare dei poteri forti che reggono le sorti del nostro Stato da sempre. Un mondo fatto di oltre due milioni di professionisti che danno lavoro ad un altro milione di persone che non ha mai goduto di nessun assistenzialismo di Stato ,ma che è uno dei motori economici della nazione.
Nessuno si aspettava un no così deciso da un mondo che è sempre stato diviso in mille e mille associazioni litigiose e divise su tutto.
Grazie al lavoro di Confprofessioni e delle altre organizzazioni professionali si è verificato un qualcosa di impensabile,forse anche per noi stessi.
Cinquantamila professionisti, uniti, sono scesi in piazza per urlare il loro no ad un Decreto ammazza professioni, il no ad una finanziaria che si accanisce sul lavoro autonomo, per dire no ad uno Stato che pretende di diventare il controllore di tutte le movimentazioni che ogni cittadino fa attraverso una rete informativa alla quale tutti saremo obbligati a sottostare.
Questo è solo l’inizio di una presa di coscienza di un movimento che rappresenta l’ossatura e la parte sana del lavoro che non si avvale di assistenzialismo di stato e che non accetterà più di essere considerato un popolo di evasori da perseguire e vessare con imposizioni di tipo poliziesco.
Carlo Scotti, Presidente Anmvi, Coordinatore Area Sanitaria Confprofessioni