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CEI: SI’ TECNICO AGLI IMPIANTI VETERINARI

Si è riunito ieri il Sotto Comitato Tecnico del CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) per l’approvazione dell’Allegato per strutture veterinarie alla Norma 64-8. Letto e approvato- rigo per rigo- l’Allegato integra con regole ad hoc la Norma generale in vigore e stabilisce parametri rispondenti alle caratteristiche della professione medica-veterinaria. Alla presenza di Marco Maggi- consulente ANMVI per gli impianti elettrici e componente del Gruppo di lavoro per la 626 istituito dall’ANMVI- progettisti, installatori, produttori di materiale elettrico e ispettori hanno dato l’approvazione tecnica alle regole suggerite dalla professione medico-veterinaria. Il passaggio è di quelli epocali. Il CEI ha dato ieri il via libera tecnico ad impianti elettrici calibrati sulle esigenze impiantistiche degli studi, degli ambulatori e delle altre strutture veterinarie, tenendo c onto anche dell’accordo intervenuto tra il Ministro della Salute, le Regioni e le province autonome in merito alla classificazione di tali strutture, pubbliche e private. L’Allegato, realizzato con il contributo determinante del Collega Maggi, da tempo impegnato nell’approfondimento delle norme esistenti nelle strutture sanitarie mediche e nella elaborazione di norme specifiche per la veterinaria- sarà ora completato con l’esemplificazione di un impianto elettrico ad uso dei progettisti e degli installatori. Il testo non è ancora stato divulgato, mancando di un passaggio formale presso i competenti organismi validatori del CEI. Il benestare dei tecnici dovrebbe rendere veloce e scontata l’approvazione ufficiale dell’Allegato. Entro l’anno le strutture veterinarie italiane dovrebbero poter contare su regole ad hoc per i loro impianti elettrici, sulla base di due possibili livelli. Non è stato semplice, un anno fa, convincere i tecnici del CEI ad avviare questo lavoro di integrazione della Norma 64-8. Le obiezioni più pertinenti presentate al nostro Collega hanno riguardato il valore morale del paziente-animale e il suo valore economico, quelle più disinformate hanno confuso le diverse realtà in cui si esercita la professione veterinaria e i diversi livelli di responsabilità rispetto alla sicurezza elettrica ( es. differenza di esercizio in struttura per animali da compagnia, dall’esercizio in allevamento). Alle seconde obiezioni si è presto risposto riconducendo il confronto alle strutture veterinarie soggette all’Accordo Stato-Regioni del novembre 2003 e quindi ad autorizzazione sanitaria; alle prime, si è fatto fronte rivendicando per il medico veterinario l’autodeterminazione professionale e la libera scelta responsabile fra due possibilità di impianto, una di base (gruppo 0) e una più complessa ( gruppo 1), in base alla discrezionalità professionale riconosciuta in capo al Direttore Sanitario. Il gruppo 2 consentirà di mettersi al riparo dai blackout e di dotarsi di un impianto in grado di alimentare autonomamente la struttura in caso di emergenza energetica e di consentire al medico veterinario di portare a termine l’intervento chirurgico.