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PROFESSIONI, ELABORATA LA PROPOSTA DEL CUP

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Non solo protesta, scontata ed unanime, all’operato del Ministro Bersani con il decreto sulle liberalizzazioni; parte dall’ultima riunione del CUP la proposta degli ordini professionali che intendono essere partecipi del proprio futuro. Per la prima volta si è espressamente provato a disciplinare la complessa materia della distinzione tra le competenze affidate allo Stato e quelle demandate alle Regioni. Particolare attenzione è stata rivolta nel circostanziare il più possibile le affermazioni di principi in norme quali, ad esempio, la difesa del decoro, spesso contenuti soltanto nei dettati deontologici. Approfondito il ragionamento nei confronti degli interessi generali per venire incontro alle esigenze dell’antitrust; inoltre è stato perseguito l’intento di regolamentare gli ordini come Autority mutuando anche pronunciamenti della Corte Costituzionale.Si è tenuto conto di quanto già previsto dalla riforma delle professioni sanitarie (legge n. 43/2006) mentre si sono separate le funzioni politiche da quelle disciplinari le cui sanzioni sono state comunque ridotte. Il testo della “Riforma dell’ordinamento delle professioni intellettuali” è ancora riservato e sullo stesso potranno essere presentate, da parte delle rappresentanze professionali aderenti al CUP eventuali emendamenti entro il prossimo 27 settembre. La stesura definitiva sarà presentata all’assemblea del CUP già programmata per il prossimo 4 ottobre. In quella data sarà anche definita in maniera più particolareggiata la “strategia” della protesta dei professionisti italiani che, comunque, comporterà una manifestazione per il 12 ottobre a Roma e, in quella sede, se non vi saranno segnali positivi da parte del Governo potranno essere avviate anche altre iniziative per sostenere la presentazione di un disegno di legge approntato dal CUP. La Fnovi è intervenuta garantendo l’ attiva partecipazione alle iniziative che saranno programmate. Con questa proposta tecnica Il CUP, avviando anche il proprio progetto politico, adotta sostanzialmente un aspetto “modernizzatore” dimostrandosi parte attiva nel processo di riforma delle professioni e rinunciando all’aspetto “conservatore” così come percepito dall’opinione pubblica allorquando si sono sollevate, le pur sacrosante, proteste sull’abolizione ad esempio, delle tariffe minime. ( fonte: fnovi.it)