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SPIEGARE AI CITTADINI RUOLO DI ORDINI

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Confindustria, Antitrust e i Sindacati Confederali. Sono questi i “nemici” degli Ordini professionali secondo il Presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio, che critica le ipotesi di abolizione o contenimento del ruolo ordinistico. La Confindustria – ha scritto Penocchio agli Ordini Provinciali ai primi di agosto- “non perde occasione per invocare l’abolizione degli Ordini. Ciò in ragione di un eccesso di liberismo incentrato sull’equiparazione delle prestazioni professionali intellettuali a prodotti industriali da vendere al prezzo più basso . L’Antitrust persegue la politica contro le Corporazioni che impediscono al Paese di camminare, lotta per abolire numeri chiusi, esami di Stato(considerati barriere d’accesso alle professioni) ”e nega o non sa che i nostri Ordini sono i più affollati d’Europa”. E poi ci sono Cgil, Cisl e Uil che “vorrebbero riservare agli Ordini le sole funzioni di tenuta degli Albi, di verifica dell’aggiornamento professionale e del rispetto del Codice deontologico. La rappresentanza professionale della Categoria dovrebbe quindi (sempre secondo costoro) essere affidata non più agli Ordini, ma ad associazioni private liberamente costituite dagli iscritti agli Albi. Né, secondo loro, gli Ordini potrebbero essere utili nella definizione degli standard di qualità delle prestazioni che spetterebbe invece alle Autorità pubbliche competenti, che si dovrebbero confrontare con le parti sociali e i rappresentanti degli utenti”. I servizi professionali costituiscono il 20% del Pil. Gli occupati sono, secondo le stime Censis, circa 5 milioni tra professioni regolamentate e nuove professioni. “ Il settore appare largamente frammentato e poco innovativo- osserva Penocchio- inadeguato rispetto alla domanda che chiede maggiori servizi e migliore qualità. Un mondo quello professionale nel quale convivono alti redditi riservati a pochi, accanto a una ampia fascia di precariato. Quanto alla veterinaria anche se numericamente piccola è pur sempre “portatrice di insostituibili valori di salute”, conclude Penocchio, che insiste sulla necessità di essere presenti nel processo di riforma delle professioni e “parlare ad una voce”. E aggiunge: “Dobbiamo parlare con i cittadini e spiegare loro, prima ancora che all’Antitrust o alla parte politica, che le professioni intellettuali, le professioni della salute, in particolar modo la nostra Professione, non possono essere impiegatizzate. I cittadini debbono conoscere compiti e significato degli Ordini professionali, che non sono corporazioni, ma enti ausiliari dello Stato che hanno dignità e necessità di esistere in tutti quei casi dove ci si trovi di fronte a degli interessi generali da tutelare”.