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ANMVI: LIVIA TURCO NON PUO’ CONDIVIDERE

“L’ANMVI ritiene inaccettabile che una professione sanitaria non abbia un tariffario minimo che garantisca al paziente una prestazione dignitosa”. Il Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, Carlo Scotti, annuncia una serie di iniziative di contrasto al Decreto-Bersani atteso per domani in Gazzetta Ufficiale con immediata entrata in vigore. E’ soprattutto la cancellazione degli obblighi deontologici in fatto di tariffe a non piacere: “ Attraverso Confprofessioni- Sanità e come Associazione- ha detto il Presidente dell’ANMVI- abbiamo intrapreso tutte le possibili iniziative per testimoniare la nostra opposizione a questo provvedimento, e come ANMVI abbiamo diffuso comunicati stampa e sollecitato iniziative parlamentari, per chiedere modifiche in sede di conversione in legge”. Scotti manifesta “sorpresa” per la condivisione espressa dal Ministro della Salute Livia Turco: “Il Ministero della Salute- dichiara - non può non considerare la peculiarità delle professioni sanitarie e le disposizioni di legge varate dal Ministero della Salute per la tutela dei pazienti, che questo Decreto fa a pezzi. E come professionisti della salute, quali siamo, non accettiamo di essere riformati da un Dicastero che si occupa di attività produttive”. Al Ministro Livia Turco e al Ministro Bersani l’ANMVI ha chiesto l’espressa esclusione dal provvedimento: “E’ inconciliabile con l’etica professionale il concetto di tariffa "negoziabile" così come è inconciliabile con la scienza medica il concetto di prestazione di risultato. L’idea che la tariffa abbia senso per il SSN e non per le prestazioni sanitarie private è priva di logica e di senso di responsabilità: i minimi in sanità corrispondono sempre e solo a parametri di qualità della prestazione. Il discount delle prestazioni sanitarie è un pericolo per i pazienti”. E’ infine il metodo a non essere condiviso: “ Vogliamo essere più liberi di farci pubblicità e di creare società tra professionisti- conclude Scotti- ma non a prezzo di provvedimenti calati dall’alto. Che il codice Deontologico venga riscritto da una “ norma imperativa di legge” non è accettabile”.