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MONTI: TOGLIERE VALORE LEGALE LAUREA

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“Il sistema universitario italiano deve diventare protagonista del rilancio del Paese”. L’assunto è dell’ex Commissario europeo alla concorrenza Mario Monti ora Presidente della Bocconi, che dalle pagine del Corriere della Sera rilancia a distanza di qualche giorno l’abolizione del valore legale della laurea, o per lo meno l'idea di “ esaminare l’ipotesi e fare magari qualche simulazione”. L’Università è “troppo corporativa”, aggiunge, “ cominciamo da qui per superare la crisi strutturale del Paese”. I sostenitori delle tesi di Monti indicano nel valore legale del titolo di studio l’origine dei difetti del sistema universitario italiano: poiché il titolo di studio ha valore legale, è lo Stato a dover svolgere un ruolo attivo nella definizione degli "standard" dei prodotti universitari ( percorso formativo, didattica, materie, ecc.), impedendo di innovare e sperimentare. Inoltre, è sempre lo Stato a regolamentare il reclutamento dei docenti, i loro rapporti contrattuali, e i criteri di ammissione degli studenti. Negli Stati Uniti ad esempio (dove non c’è il valore legale), stanno nascendo le prime università esclusivamente su Internet. Per i corsi più avanzati, gli "standard" dei prodotti sono ormai definiti a livello mondiale, perché lo impone l’internazionalizzazione della ricerca. Secondo Monti nelle università italiane “ è molto intenso il tasso di presenza statale” , mentre non è presente la voce di studenti e futuri datori di lavoro. Concretamente, abolire il valore legale della laurea, non significa solo lasciare maggiore libertà di programmazione della formazione, ma anche cambiare le regole dell’accesso: il tipo di laurea in possesso del candidato e certificata dallo Stato non sarebbe più una pre-condizione ai fini dell’ammissione agli esami di stato, ma all’esame di abilitazione potrebbe presentarsi qualunque laureato. Pertanto il discrimine fra percorso formativo senza valore legale ( e quindi meramente culturale) e percorso abilitante ai fini dell’effettivo esercizio professionale si accentuerebbe notevolmente. I sostenitori dell’abolizione del valore legale della laurea si preoccupano di precisare che ridurre il ruolo dello stato non voglia dire necessariamente rinunciare al servizio pubblico nelle università. L’Accademia dibatte la questione da tempo senza aver finora prodotto una posizione ufficiale.