La FNOVI ha diramato una circolare a tutti gli ordini per chiarire alcune fattispecie di violazioni al codice deontologico e di incompatibilità con l’esercizio della professione veterinaria. Sollecitata a fornire un parere “sull’atteggiamento assunto da alcune aziende farmaceutiche e/o industrie mangimistiche, che operano soprattutto nel settore degli animali da reddito, che imporrebbero ai propri informatori scientifici ed ai propri operatori commerciali (medici veterinari), la trasformazione in agenti di commercio, a mezzo iscrizione presso la Camera di Commercio come agenti, procacciatori d’affari e/o come rappresentanti” , la Federazione ritiene che la doppia iscrizione all’Albo professionale e alla Camera di Commercio “oltre ad essere palesemente in contrasto con la natura professionale del medico veterinario, potrebbe consentire a questi Colleghi di denunciare un reddito minimo come medici veterinari, fatturando, poi, i loro proventi come agenti di commercio. Sfuggendo così ai parametri di settore come medici veterinari ed evadendo anche buona parte della contribuzione fiscale e previdenziale, potrebbero permettersi di offrire prestazioni professionali a tariffe inferiori e concorrenziali”.
Per evitare che la professione medico veterinaria possa essere assoggettata alla pura logica di impresa commerciale, la FNOVI annuncia “un’ampia e approfondita indagine su tutto il territorio nazionale, essendo emerse, dai fatti sopra esposti, numerose violazioni del Codice Deontologico (artt. 4, 8, 25, 51, 52 e 69) oltre che degli articoli del Testo Unico delle Leggi Sanitarie (artt. 170 e seguenti del R.D. n. 1265 del 27 luglio 1934)”. Nel mirino della Federazione ci sono anche altri comportamenti che potrebbero configurano violazioni “ non solo dal punto di vista deontologico, ma anche di norme che disciplinano ad esempio la concorrenza sleale, l’esercizio abusivo di professione, l’evasione fiscale e previdenziale, nonché il reato di comparaggio" , violazioni per le quali la FNOVI non esiterà a coinvolgere se necessario, anche le competenti autorità giudiziarie”.
La Federazione intende verificare anche le seguenti circostanze: “alcune Aziende mangimistiche, offrono agli allevatori clienti assistenza zooiatrica senza ulteriore aggravio di costi, potendo per tale impegno avvalersi dell’attività dei medici veterinari a rapporto di impiego” e inoltre “ risulterebbe che alcune ditte farmaceutiche e/o alcuni grossisti dei farmaci offrano, a mezzo dei propri agenti o informatori scientifici, la gestione degli armadietti delle scorte farmaceutiche collocati presso gli allevatori, ovviamente in cambio dell’acquisto di medicinali, a prezzi irrisori”.
Infine, la FNOVI riporta agli ordini un altra segnalazione sulla quale intende far luce: “ starebbe diffondendosi la pratica, tra le case farmaceutiche e le aziende mangimistiche, di offrire ai medici veterinari loro clienti, sulla falsa riga di quanto si è già verificato in medicina umana, “omaggi” di notevole valore quali, ad esempio, viaggi o soggiorni in località turistiche".