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IRAP: TAGLI DAL 2006

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Le Regioni si erano dette molto preoccupate per la manovra Irap. Bene intervenire sulla tassa regionale che colpisce le attivita' produttive (imprese, commercio e liberi professionisti) la cui fine e' stata decretata da una sentenza della Corte di giustizia europea, ma è anche la fonte principale di finanziamento del Sistema sanitario nazionale. I presidenti delle Regioni non hanno taciuto le loro perplessità nel concitato incontro di ieri a palazzo Chigi.
Il provvedimento, che verrà approvato alle 18 di oggi dal Consiglio dei ministri, riguarderà soltanto i pagamenti di quest'anno. A pesare sulla decisione del premier, oltre alle divisioni fra i ministri, anche l'opposizione di sindacati, banche e commercianti. Il taglio partirà dunque soltanto dal 2006. L'entità della riduzione sul costo del lavoro sarà di 7 miliardi nel 2007 e di 5 miliardi a regime nel 2008. L'anno prossimo, il taglio sarà un po' inferiore a 5 miliardi. I contribuenti dovranno, quindi, rispettare la scadenza Irap del 20 giugno 2005, perché "dall'Europa non è ancora giunta alcuna ingiunzione concreta". Ma come si è arrivati al clamoroso rinvio dei tagli all'Irap? Si parla di un'accesa discussione sul tema, durante la riunione a Palazzo Chigi, tra il vicepremier Giulio Tremonti e Siniscalco. Il titolare dell'Economia avrebbe spinto per un aumento della tassazione (in particolare dell'Iva) per coprire gli sgravi. Tremonti, sostenuto dai ministri della Lega e dagli altri esponenti di Forza Italia, si sarebbe battuto strenuamente contro tale ipotesi. A questo punto, Berlusconi avrebbe tagliato corto, prendendo la parola e annunciando: "Rinviamo tutto alla Finanziaria". "Il taglio dell'imposta dal 2005 - ha aggiunto il Cavaliere - era una delle tre diverse ipotesi che circolavano. Poi abbiamo visto che non c'era nulla che trovava accoglimento unanime. Allora, la cosa normale era quella di rimanere sull'impegno preso in Parlamento: cioè quello di fare un terzo, un terzo e un terzo nel 2006, 2007 e 2008". Berlusconi ha spiegato che la riduzione dell'Irap a partire dal 2006 sarà "sul costo del lavoro. Con questo decreto legge sarà introdotto il premio di concentrazione per le imprese, molto caldeggiato dalle parti sociali. Per la copertura ci saranno tagli di spesa, soprattutto sulle spese correnti". Il presidente del Consiglio, inoltre, ha accennato a "provvedimenti mirati a ridurre l'evasione fiscale, perché l'Istat ci dice che in Italia c'è un 40% di sommerso". E ha aggiunto: "Poi, naturalmente, esamineremo le varie situazioni dei trattamenti fiscali, se c'è qualcosa da adeguare all'inflazione. Vedremo con prudenza e saggezza se ci sono distorsioni da correggere. Siamo contrari ad aumenti di imposte che si potrebbero scaricare sul carovita, su lavoratori e pensionati". "Nessun aumento dell'Iva - ha assicurato il premier -, né aumenteremo l'accisa sulla benzina". (affariitaliani.it)