Fra 15 anni raddoppierà in Italia il numero di veterinari iscritti all’Ordine e non ci sarà lavoro per tutti. Per evitare un futuro sempre più incerto e precario, la Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani (FNOVI) chiede alle Istituzioni di avviare una attenta riforma della professione: meno iscritti all’Università; abbandonare la strada delle lauree brevi; un periodo di praticantato post-laurea e un esame di Stato più severo che certifichi le capacità professionali. Sono queste le conclusioni a cui è arrivata la FNOVI in base ai risultati del “Libro Bianco della professione veterinaria”, realizzata da Nomisma. I risultati del Libro Bianco saranno presentati oggi, nel corso della conferenza stampa che si terrà a Roma presso l’Hotel d’Inghilterra. All’appuntamento, oltre ai ricercatori di Nomisma, saranno presenti i vertici di FNOVI e rappresentanti del Governo, per confrontarsi sulle proposte e i problemi messi in campo. Interverranno fra gli altri Maria Grazia Siliquini, Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Cesare Cursi, Sottosegretario al Ministero della Salute, Romano Marabelli, Direzione Generale Sanità veterinaria e degli alimenti del Ministero della Salute, Domenico D'Addario, Presidente FNOVI, Giuliano Lazzarini, Consigliere FNOVI, Riccardo Deserti, Amministratore Delegato Nomisma, Silvia Zucconi, Project Manager Nomisma - Responsabile del progetto. Sulla base dei dati emersi, si legge nel comunicato stampa, la FNOVI ritiene che sia indispensabile aprire una importante stagione di riforme della professione veterinaria e chiede ai Ministri Storace e Moratti di sedersi nuovamente attorno al Tavolo di concertazione tra l’Ordine, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per discuterne. Fra le proposte che FNOVI intende portare avanti anche l’istituzione di una Autorità di valutazione indipendente dagli Atenei. “Bisogna adeguare la formazione universitaria alle attuali e future esigenze del mercato – si legge nelle conclusioni del Libro Bianco - creando figure professionalmente abili, con buona conoscenza clinica e ottime conoscenze di base; evitare di generare profili professionali che il mercato non potrà mai recepire; qualificare e distinguere la formazione del professionista veterinario, riducendo la competizione esterna di altre figure professionali, come biologi o chimici”.