TRACCIABILITA' IN NETTO RITARDO
Mentre la grande distribuzione si è già adeguata alla normativa sulla tracciabilità nel settore agroalimentare, in vigore dal 1 gennaio 2005, la maggior parte delle medie e piccole imprese, che rappresentano il 90% del mercato, sono in netto ritardo. Solo il 15-20% si è ad oggi adeguato completamente alle norme, tutte le altre rischiano quindi una esclusione dal mercato. Questi dati sono emersi dal convegno " Trace360" che si è svolto in questi giorni alla facoltà di Agraria di Milano. Gli obiettivi del Regolamento comunitario sulla tracciabilità alimentare ( 178/2002) comportano più sicurezza per i consumatori, maggiore trasparenza da parte dei produttori, capacità di governare possibili crisi alimentari, stimolo all'innovazione tecnologica del settore. L'iter dei controlli è estremamente complesso: si va dai mangimi per gli animali da reddito, ai capi di bestiame allevati nelle aziende zootecniche, dalle fasi della macellazione, alla trasformazione del prodotto sino al momento della distribuzione o ristorazione. Basta che uno di questi passaggi non sia sufficientemente operativo o a norma per togliere significato a tutto l'iter. Per questo i grossi gruppi della trasformazione, distribuzione e ristorazione hanno già incominciato a selezionare i fornitori sulla base del loro adeguamento alle nuove normative. Da cosa dipende questo grave ritardo di molte piccole e medie imprese che rischiano di essere escluse dal mercato? L'adeguamento ha un costo ed in questo momento di crisi la propensione agli investimenti è minima. Ma non è stato taciuto che il Governo non ha ancora pronto il provvedimento attuativo: la bozza presentata dal ministero della Salute è ancora in Conferenza Stato-Regioni.
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