“Dopo 20 mesi di assenza di segnalazioni di casi di BSE per la nostra Provincia, si è registrato il 4° caso nazionale di Encefalopatia Spongiforme Bovina per l’anno 2005”. La comunicazione è del Direttore Area Dipartimentale Medicina Veterinaria della ASL di Reggio Emilia Antonio Cuccurese. Le analisi sono state confermate dal Centro di Referenza per le encefalopatie spongiformi di Torino in data 23 maggio 2005.
Salgono così a 128 i casi di BSE in Italia registrati dal 1 gennaio 2001 ed a 10 i casi registrati nella Provincia di Reggio, sempre nel medesimo periodo.Il bovino risultato positivo, vacca da latte di razza Frisona Italiana, è stato macellato in data 11 maggio 2005. Precisa inoltre Cuccurese: “ Sono stati adottati i provvedimenti di sequestro dell’allevamento. Si sta procedendo alla valutazione della “corte” e cioè degli animali nati in un arco temporale che va dai 12 mesi precedenti ai 12 mesi successivi alla data di nascita del bovino positivo che dovranno essere tutti abbattuti. Le prime valutazioni fanno ritenere la corte composta da circa 20 capi.Intanto il latte dell’intero allevamento, fino alla data di abbattimento di tutti gli animali che compongono la corte, viene distrutto”. Rassicurante il messaggio rivolto al consumatori dalla ASL di Reggio Emilia: “ “Per quanto riguarda i consumatori va sottolineato che per il latte ed i prodotti derivati, non ne è mai stata dimostrata alcuna infettività e che, per le carni, i controlli di laboratorio continuano ad essere effettuati sul 100% degli animali morti e degli animali macellati, anche normalmente, se di età superiore ai 30 mesi. Questa situazione ci permette di affermare che le carni al consumo sono sicuramente derivanti da bovini che, se in età, hanno avuto un esito negativo al test rapido per la ricerca della BSE.
Anche questi casi, ormai definibili sporadici, vengono evidenziati dalle metodiche analitiche implementate dai Laboratori di analisi degli Istituti Zooprofilattici. Va valutato infine come il numero dei capi riscontrati positivi sia fortemente calato, in ambito nazionale, dal 2001 ad oggi. Si è passati dai 50 casi registrati nel 2001, ai 36 casi del 2002, ai 31 del 2003, ai 7 del 2004 ed ai 4 nell’anno in corso.Questo sembrerebbe essere strettamente collegato ai provvedimenti sanitari, posti in essere già ormai da diversi anni, quali il divieto dell’utilizzo delle farine animali per l’alimentazione dei bovini, il controllo clinico dei bovini sia in allevamento che in macello, la puntuale distruzione del materiale specifico a rischio (cervello, midollo spinale, occhio, tonsille, colonna vertebrale) derivante dalle operazioni di macellazione, nonché l’effettuazione dei test rapidi di laboratorio (dal 1 gennaio 2001)”.