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ONAOSI: REPORT ARTEFATTO E FUORVIANTE

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Il servizio, (il cui fine non è ancora chiaro) non ha minimamente portato a conoscenza dell'ascoltatore tutte le prestazioni e servizi cui l'Opera da 113 anni assicura agli orfani delle categorie sanitarie con la massima trasparenza ed impegno. Il messaggio è stato quanto di più fuorviante, distorto e ingenerante dubbi e confusione nel sanitario contribuente”. Così, il Vice Presidente dell’ONAOSI, il Collega Luca Bertani, commenta il servizio "Solidarietà imposta per legge: perchè" , trasmesso da Report l’8 maggio scorso.Dal sito dell’Ordine dei Veterinari di Perugia, Bertani smentisce “in modo categorico quanto dichiarato da un medico, che se ne assumerà le responsabilità nelle opportune sedi, poiché non si verificano "cose molto poco chiare" nella gestione dell'ONAOSI”. Bertani avanza quindi una serie di considerazioni “ al fine di ampliare la conoscenza ai nostri iscritti, ribattere alle gravi inesattezze riportate nel servizio e ricondurre ad un giusto giudizio”. Precisando che l’ONAOSI non è una Onlus, come erroneamente citato nel servizio, ma una Fondazione privatizzata con personalità giuridica di diritto privato, con finalità pubbliche di previdenza integrativa di categoria, Bertani chiarisce alcuni dati sull’assistenza erogata: “ L’ONAOSI si occupa di assistere gli orfani dei sanitari, non si occupa di assistenza a sanitari anziani nè di figli di sanitari viventi . Il servizio è stato abilmente montato, vedi resoconto stenografico, per indurre a credere che le strutture di Perugia siano a disposizione dei “paganti” e sanitari anziani come se si fosse stravolto il fine statutario. Sarebbe stato opportuno spiegare il perché della presenza di ragazzi paganti nei collegi e convitti e sanitari anziani nella residenza di Montebello e il perchè delle strutture di soggiorno estive ed invernali, ma evidentemente questo particolare è “sfuggito”. Il che induce solo dubbi nell’ascoltatore. La spiegazione, data al giornalista Iovene da parte del Presidente Paci e presente il sottoscritto è quanto di più lineare si può in una corretta gestione del patrimonio: le strutture che ospitano i giovani hanno posti liberi, questo in quanto la stragrande maggioranza degli orfani preferisce rimanere in famiglia e ricevere il contributo a domicilio, quindi per recuperare le spese di gestione delle medesime strutture, che comunque sono sempre presenti, è conveniente riempirle con giovani figli di sanitari contribuenti viventi che pagano la retta (i famosi € 4.500) Per la cronaca è dal 1918 che vengono ammessi i paganti nelle strutture ONAOSI. Non è stato evidenziato, come vuole una corretta informazione, che attualmente ci sono 3.300 giovani assistiti di cui 3.100 a domicilio, che significa che ricevono direttamente il contributo a casa – rimangono pertanto in famiglia – mentre 200 sono ospiti delle strutture (non ricevono pertanto il contributo in quanto tutto gli è fornito in sede). Non è stato altresì dato conto che in 113 anni oltre 13.000 giovani hanno beneficiato dell’assistenza diretta o indiretta. Quanto alle cifre programmate sugli assistiti del futuro, Bertani precisa: “ Nel servizio si omette di fare la matematica delle proporzioni riguardo i pur se non augurabili ma inevitabili decessi di sanitari al 2010: se 130.000 sanitari hanno sviluppato 3.300 assistiti, 450.000 sanitari ne svilupperanno almeno 5.400. Queste proiezioni sono dati attuariali, che sono utilizzati obbligatoriamente per i vari enti di previdenza e validi strumenti per le compagnie di assicurazione. Non si capisce perchè gli studi attuariali non dovrebbero essere utilizzati dalla Fondazione. Critiche vengono rivolte alla trasmissione anche per come è stato presentato l’iter normativo sull’estensione dell’obbligo: “ Posto che la Legge 289/2002 è stata emanata dal Parlamento dice Bertani - dopo una serie di passaggi istituzionali, che hanno visto la convergenza di esponenti di FI – AN - DS-U Mar-DL-U – Margherita consultabili on line via web e non certo nascosti, seguendo un iter procedurale previsto dai regolamenti di Camera e Senato e non certo colpo di mano e furbizie come dichiarato - l’estensione dell’obbligatorietà di iscrizione all’ONAOSI per tutti i sanitari iscritti ai rispettivi ordini professionali è stata accolta favorevolmente già nel dicembre 2001 dal Ministro Sirchia a seguito della riflessione del Presidente Aristide Paci sulle certezze future della Fondazione. Ha ottenuto quindi la preventiva approvazione esplicita nel 2002, prima della presentazione della norma, della Federazione degli Ordine dei Medici (FNOMCeO) e della Federazione degli Ordini dei Medici Veterinari (FNOVI) che rappresentano pertanto 360.000 medici e 22.000 medici-veterinari. E’ il Parlamento che sceglie il percorso consentito è più idoneo affinché le leggi giungano alla loro promulgazione, non sono certo i singoli cittadini o Associazioni. ( fonte: ordineveterinari.pg.it)