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UE, VIA LIBERA ALLA DIRETTIVA ZAPPALA'

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Via libera del Parlamento europeo alla libera circolazione fra i 25 dei professionisti, sia autonomi sia dipendenti, a condizione che sia riconosciuto nel paese ospitante la qualifica professionale ottenuta nel paese di orgine, in base al principio del mutuo riconoscimento. A larghissima maggioranza gli europarlamentari hanno adottato in seconda lettura la relazione di Stefano Zappala' (Fi) e, visto che gli emendamenti approvati l’11 maggio sono stati negoziati con il Consiglio, e' assai probabile che sia questa la stesura definitiva del testo. La proposta di direttiva, presentata dalla Commissione Ue nel 2002, tratta tutte i tipi di professione: lavoro subordinato e autonomo, la prestazione di servizi temporanei e le professioni cosiddette regolamentate (medici, veterinari, infermieri, architetti, ecc.), ma non quella di notaio o di coloro che esercitano pubblici poteri. ''Si tratta di una direttiva importantissima - ha affermato Zappalà- con la quale non si viola il principio della sussidiarieta' e per la prima volta il Parlamento e le istituzioni europee hanno definito l'attivita' della libera professione e le autorita' competenti''. Per "libera professione" si intende una professione esercitata da una persona che, sulla base di qualifiche professionali specifiche, fornisce a titolo personale, sotto la propria responsabilità, prestazioni intellettuali in modo autonomo nell'interesse del mandante e della collettività. L'esercizio della professione è in genere sottoposto a obblighi professionali specifici, conformemente alla legislazione nazionale e alle normative elaborate autonomamente nel quadro di quest'ultima dai rispettivi ordini professionali; tali normative garantiscono e perfezionano la professionalità, la qualità e il rapporto di fiducia esistente con il mandante. Per agevolare la libera circolazione e la mobilità dei professionisti, i deputati hanno proposto l'introduzione di tessere professionali individuali che potrebbero contenere informazioni sulle qualifiche della persona - come la sua formazione, la sua esperienza o le sanzioni da cui è stato colpito - per accelerare lo scambio di informazioni tra il paese d'origine e quello ospitante. Queste tessere sarebbero rilasciate dalle associazioni o organizzazioni professionali. Inserendo una definizione generale di "organismo competente" e facendo sempre riferimento a tale definizione, la direttiva si allinea alla situazione effettivamente vigente nella maggior parte degli Stati membri, ove i poteri pubblici delegano parte della gestione delle professioni ad organismi autonomi, come gli ordini professionali. In altri termini, la gestione delle professioni dipende dall'organizzazione interna di ogni Stato membro e pertanto non esclude la designazione di organismi che non sono amministrazioni. I deputati hanno raggruppato le qualifiche in cinque livelli (al posto di quattro come proposto dal Consiglio) ma senza attribuire loro un numero, una lettera o altri segni che presumono una gerarchia. I cinque livelli di qualifica corrispondono, secondo l’Europarlamento, maggiormente alla realtà dei cicli formativi nei vari Stati membri. Secondo il relatore Zappalà però non tutte le lauree triennali e quinquennali istituite in italia sono conformi al modello europeo, secondo il quale a un titolo di studio deve corrispondere automaticamente una qualifica professionale. “ Che cosa ne sarà delle oltre 2600 lauree triennali italiane”? si chiede Zappala. Nel caso di differenze sostanziali lo Stato ospitante potrebbe richiedere un tirocinio supplementare o un’integrazione dei titoli.