• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 32002
cerca ... cerca ...

CINOTTI: FACOLTA’ SENZA LIBERA RICERCA

Immagine
Con un articolo pubblicato da Il Resto del Carlino a fine gennaio, il preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Bologna, Stefano Cinotti, denuncia i limiti dell’attuale sistema di ricerca negli atenei. Per il Professor Cinotti, rispetto agli anni Settanta, quando “ il docente aveva a disposizione per la sua libera ricerca il suo istituto, nel quale erano impegnate tutte le risorse disponibili”- l’attività di ricerca dei docenti oggi “ non è più sostenuta in termini economici esclusivamente dall’università d’appartenenza”. I limiti dell’attuale sistema sarebbero molteplici: “ le università – scrive Cinotti- non sono più in grado di finanziare autonomamente la ricerca, i ricercatori devono confrontarsi, per meriti e capacità, nella gara di assegnazione dei fondi per la ricerca (...). Il progetto di ricerca è valutato all’esterno dell’ateneo con criteri propri e inappellabili del gestore del fondo di ricerca. Ciò significa che la ricerca è costretta in ambiti predeterminati da “poteri economici” esterni, ancorchè legittimi, alle istituzioni di ricerca. La ricerca è ancora libera? preso atto ed accettata, obtorto collo la limitazione della libertà occorre individuare l’istituzione a cui presentare un progetto di ricerca.(...) I progetti partecipati da più istituzioni soppiantano le tematiche di ricerca custodite nelle singole Scuole. E’ una vera difficoltà soprattutto per i neofiti che talvolta ricorrono, con dispendio di risorse, ad esperti del settore esterni all’università, in grado di redigere, secondo le richieste il progetto di ricerca. Questo vero e proprio sistema, non permette l’accesso, perchè privilegia i gruppi complessi e multifunzionali con elevatissime potenzialità di lavoro, alle piccole unità di ricerca o a quegli ambiti di ricerca non favoriti dalle scelte tematiche dei gestori dei fondi.(...) Altro limite è la quantità e qualità del lavoro per realizzare un disegno progettuale. In ambito universitario un docente con un carico didattico di 90-100 ore di lezione ha difficoltà ad impegnarsi in un’attività che non garantisce la libertà di ricerca. Molti scelgono di far parte di una Teaching University, università che insegna, piuttosto che una Research University, università che insegna, ma che è anche e soprattutto centro di ricerca. E’ quindi un dovere per chi privilegia quest’ultima appartenza, indirizzzre e guidare i colleghi per questa via, difficile, aspra ma che conduce a misurare se stessi con altri e stimola la crescita nella ricerca e nell’innovazione continua che porta alla vera internazionalizzazione del proprio ateneo.” ( da: Ricerca, troppe facoltà sono costrette ai margini, di Stefano Cinotti, Il Resto del Carlino 31/01/2005 )