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ORDINI,FNOMCEO:DIFESA E MODERNIZZAZIONE

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Il disegno di legge comunitaria 2004 approvato dalla Camera dei Deputati in seconda lettura, con modificazioni, prevede all'art.2, comma 1, lettera h) l'applicazione di requisiti più flessibili per i professionisti che esercitano in regime di prestazioni di servizi. Sulle modificazioni (emendamento dell’On Pierantonio Zanettin -FI) è intervenuto il presidente della FNOMCEO, Giuseppe Del Barone, con una lettera al Sen. MARIO GRECO Presidente Commissioni Politiche dell'Unione Europea, nella quale chiede la soppressione delle intercorse modifiche. Si legge nella lettera che l’emendamento, “partendo dal presupposto di armonizzare le legislazioni interne dei vari Stati membri è palesemente indirizzato a far perdere valore alle categorie iscritte presso gli albi e volto al riconoscimento delle associazioni non regolamentate. A mio giudizio, togliendo di fatto l'accreditamento minimale della autorizzazione statale si porrà in essere una discriminazione a danno degli iscritti agli Ordini professionali. E sulle restrizioni ( autorizzazioni all'accesso e all'esercizio della professione, alle tariffe e alla pubblicità) che a parere dei critici andrebbero eliminate perchè minerebbero la libertà di concorrenza tra i prestatori di servizi, Del Barone scrive: “personalmente ritengo che l'accesso alle professioni debba essere soggetto per forza di cose a qualche restrizione qualitativa. Se per restrizioni si intendono periodi minimi di formazione, esami professionali, periodi minimi di esperienza professionale, non posso non constatare come esse abbiano contribuito in questi anni in maniera significativa ad assicurare la qualità dei servizi professionali. Infatti, tali restrizioni di accesso qualitativo garantiscono che solo i professionisti dotati di qualifiche e competenze appropriate possano svolgere talune attività. . E' del tutto evidente che l'ipotesi di abolizione degli Ordini Professionali muove dall'errata presunzione che essi destabilizzino l'assetto complessivo della società occidentale; al contrario, invece, il sistema sociale invoca un'adeguata protezione da parte di chi, quantomeno per competenza, dovrebbe essere in grado di garantirla. Non posso non rivendicare, quindi, il ruolo che gli Ordini professionali hanno esercitato in questi anni; al tempo stesso non trascuro il fatto che essi debbano iniziare un "processo di modernizzazione" da riferirsi esplicitamente ad una sempre più attenta verifica della qualità delle prestazioni. In particolare la formazione effettiva e permanente e il controllo severo del rispetto della deontologia sarà il compito principale e di maggiore respiro degli ordini professionali .