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VETERINARIA, DIFFICILE TROVARE LAVORO

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“L’interesse e l’amore per gli animali è evidente, considerando il numero di associazioni nate contro l’abbandono di animali. Professioni come l’addetto al servizio funerario per animali, l’educatore cinofilo, il servizio taxi per animali e il dog sitter erano impensabili fino a qualche anno fa. Anche le richieste per iscriversi a veterinaria sono sempre più numerose”. Con queste premesse il Corriere Lavoro in edicola oggi con il quotidiano di Via Solferino, analizza le professioni a contatto con gli animali. Il Prof. Giorgio Poli, preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano spiega che : “sono 18mila i veterinari distribuiti fra servizio sanitario pubblico e liberi professionisti sia per piccoli che per grossi animali, con un età media di 40/50 anni; la possibilità di trovare lavoro è difficile tanto è vero che molti giovani veterinari si associano per affrontare le spese si una clinica veterinaria. Pur sapendo che esistono solo 195 posti disponibili per iscriversi al primo anno, ogni anno abbiamo 600 domande di ammissione. La causa è da imputare in generale all’aumento del benessere e la cura dei piccoli animali, soprattutto a Milano e nell’hinterland. Il 70/80 per cento degli iscritti sono donne: è una facoltà prediletta dal gentil sesso, perchè si stanno diffondendo molto gli animali non convenzionali, come il coniglio nano, il criceto e il furetto, per questo motivo l’università organizza corsi di perfezionamento per preparare alla cura di questi animali”. Mauro Cervia , medico veterinario, : “ Per emergere in questo campo dopo la laurea la strada migliore è seguire corsi di ecografia, cardiologia, sarebbe un errore non investire su se stessi , certo è costoso, ma la strada professionale è garantita. Infatti una clinica specializzata per animali deve offrire il meglio: dal veterinario generico all’ortopedico, dall’agopuntore al chiropratico e l’esperto manipolatore della colonna vertebrale”. Anna Bettonica , anche lei veterinaria,: “ La zooantropologia ha diversi ambiti di applicazione sia a livello assistenziale ( Pet Therapy) che didattico ( interventi formativi del veterinario nelle scuole). La parte più interessante è legata all’intervento assistenziale, che prevede la cooperazione del veterinario nell’ambito di equipe multidisciplinari composte da medici, fisioterapisti, psichiatri, psicologi e veterinari.” Fulvio Carlotti , allevatore : “ Gli allevamenti seri non sono tanti, spesse volte s’importano cani dall’est dove il controllo sanitario non è rigido. Allevare cani per ciechi significa selezionare le fattrici e i maschi per il carattere, controllare la displasia dell’anca, che potrebbe dare problemi al cammino”. Fulvio Vantini, commerciante a Milano: “ Oggi la gente è più informata, gira, legge riviste e guarda programmi televisivi, per avere un negozio di questo genere bisogna aggiornarsi in continuazione, frequentando fiere come quella biennale di Bologna Zoomark. Pietro di Giorgio , responsabile cani guida per ciechi Lions: “ diventare istruttori per cani guida significa avere passione, amore verso i disabili e molta sensibilità. Io ho iniziato 31 anni fa: ho ereditato questo lavoro da mio padre. L’istruzione di un cane dura 5/6 mesi, compreso il periodo dell’affiatamento. La fase dell’addestramento è dura, si fa una prova con occhiali neri, se il cane fa il percorso pulito e netto è ritenuto idoneo. Anche la prova è dura, è una grossa responsabilità affidare un cane-guida: deve sapere camminare in mezzo al traffico, superare i paletti, ostacoli, schivare le macchine, saper decidere se è il caso di scendere o salire.Tutto questo lo impara con l’istruzione, due mesi all’interno della nostra scuola e poi fuori con la bordatura-guida: il cane durante questo periodo cammina vicino alla gamba sinistra dell’istruttore e impara ad obbedire, a valutare gli ostacoli o a trovare una porta. I comandi sono rigorosamente in tedesco, perchè è una lingua secca” ( da Corriere Lavoro, inserto del Corriere della Sera del 21 gennaio 2005)