Dopo la riforma dell’autonomia didattica ( decreto 270/04) sono quasi pronte le proposte di decreto che aggiornano gli obiettivi e le attività formative qualificanti dei corsi di studio e che definiscono i denominatori comuni cui devono attenersi gli atenei. Oggi, i risultati dei tavoli tecnici del Ministero dell’Università presentano al Sottosegretario Siliquini i risultati elaborati nelle scorse settimane con gli ordini professionali. Coordinatore del tavolo tecnico per le professioni sanitarie è il prof Luigi Frati, preside della facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma: “ La vera riforma delle professioni parte dalle università ha detto Maria Grazia Siliquini- il nostro obiettivo- è realizzare un’università più aderente alle effettive esigenze formative del Paese e con un’offerta più chiara. Serve maggiore uniformità nell’iter formativo, perché un ingegnere o un avvocato devono avere la stessa preparazione in tutta Italia”.
Nell’area sanitaria la novità più rilevante riguarda il corso di laurea magistrale in odontoiatria il cui ciclo si allungherà di un anno ( sei anni anziché cinque con tirocinio). Veterinaria continuerà ad essere laurea magistrale a ciclo unico di cinque anni. Ancora aperto invece il caso delle lauree nel settore delle biotecnologie: al posto dell’attuale organizzazione- che fa perno su un primo livello a tre ( agrarie, industriali, veterinarie e farmaceutiche), Frati propone due classi a ciclo unico. I corsi ,quinquennali, farebbero capo da un lato all’area di medicina, farmacie e veterinaria e dall’altro al settore agro-industriale.
Il lavoro del Ministero passerà al vaglio del CUN, il Consiglio Universitario Nazionale che entro aprile dovrebbe esprimersi e dare al Ministro Moratti la possibilità di emanare i decreti nei tempi brevi auspicati.