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CONSUMI, PROFESSIONISTI FUORI DAL CODICE

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Il Consiglio di Stato ha espresso parere positivo alla bozza di dlgs approvata dal Governo il 28 ottobre 2004 per l'istituzione del nuovo Codice di tutela dei Consumatori che riunisce e semplifica tutte le disposizioni in materia di consumi. Il Consiglio di Stato ha però considerato il testo poco incisivo e capace soltanto di recare un riordino meramente formale della normativa ed esautorato dalla competenza di dettare norme a tutela del consumatore. In sostanza, secondo il Consiglio di Stato, il ministro alle attività produttive, Antonio Marzano, ha espresso in questo testo poco coraggio a difesa del consumatore senza sfruttare in pieno la delega che prevedeva anche una riforma sostanziale. Per quanto riguarda i rapporti fra professionisti e consumatori il Consiglio di Stato limita notevolmente la competenza legislativa in materia in quanto queste relazioni " sono riconducibili dal punto di vista giuridico, a rapporti precontrattuali, contrattuali ed extracontrattuali la cui disciplina investe lo status dei consumatori e quindi la complessa posizione giuridica della persona nell'ambito dell'ordinamento di settore" rientrando dunque " senza dubbio nella materia dell'ordinamento civile" la cui competenza è esclusivamente dello Stato. Le conclusioni del Consiglio di Stato, quindi, sono estremamente chiare: il Codice del Consumo, riferendosi al testo proposto, limita la tutela dei consumatori alla sola materia del commercio " inteso come disciplina, prevalentemente amministrativa, delle relative attività e non come disciplina civilistica dei rapporti tra le parti contraenti". Il testo tende quindi ad escludere i rapporti con il mondo professionale e questo aspetto diventa una precisa critica del Consiglio di Stato che al contrario ritiene che si dovesse avere più coraggio e valutare anche aspetti civilistici specie quando il rapporto è " tra parti non uguali, come è quello tra professionista e consumatore, caratterizzato dalla debolezza di quest'ultimo".