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SARDEGNA, CONTROLLI SU VETERINARI ARAS

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Il Coordinamento degli Ordini Provinciali dei Medici Veterinari e la Federazione Regionale degli Agronomi e dei Forestali della Sardegna hanno formalmente chiesto all’Assessore all’Agricoltura Salvatori Addis “un incontro urgentissimo e l’immediata sospensione dell’attività di controllo”. A fronte di una situazione che definiscono “fonte di grossolani equivoci” e “pregiudizievole della dignità professionale dei tecnici coinvolti”, il presidente Nicola Sanna e il coordinatore degli ordini veterinari Andrea Sarria offrono all’Assessorato il proprio “contributo tecnico alla definizione di un protocollo di accertamento delle prestazioni fornite dall’ARAS che prescinda da valutazioni qualitative sulla professionalità dei tecnici ARAS che non possono essere certamente ricavate dal questionario in uso presso codesta Amministrazione”. Nella nota, datata 15 dicembre 2004, si legge di controlli condotti da funzionari dei Servizi Ripartimentali dell’Assessorato all’Agricoltura sulle attività svolte dagli assistenti tecnici agronomi e veterinari dipendenti dell’ARAS “che sollevano qualche fondato dubbio sulla qualità e coerenza degli stessi con il PAT Programma di Assistenza Tecnica”. Agli utenti del servizio viene proposto un questionario che a parere dei veterinari degli agronomi e dei forestali “mal si presta a consentire la raccolta di dati tecnicamente e scientificamente trattabili al fine di valutare l’efficacia del PAT”: nulla è richiesto- scrivono Sanna e Sarria-sulle risultanze delle consulenze agronomiche e veterinarie in termini di miglioramento del livello sanitario degli allevamenti e del benessere animale, alimentazione, conduzione in regime biologico o tradizionale, miglioramento genetico, attività di formazione e informazione, partecipazione a progetti di filiera sulla qualità e sistemi di autocontrollo, così come previsto dal PAT". Il questionario, invece, di cui non viene messa in dubbio la legittimità, chiede informazioni non coerenti con il Programma: si chiede all’allevatore se “dal momento in cui ha cominciato ad usufruire del PAT ha rilevato differenze nella qualità del latte”; si richiede una valutazione sull’utilità del servizio di analisi del latte, “dimenticando che con il DPR 54/97c che recepisce la direttiva CEE 92/46 tali analisi sono obbligatorie a tutela della salute pubblica e per tale scopo le analisi effettuate dall’ARA vengono utilizzate dal Servizio d’igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche delle ASL regionali”; si domanda circa la necessità di chiamate urgenti “sapendo che lo stesso PAT non prevede tale tipo di prestazione”; si interpella circa l’integrazione dei servizi ARAS con quelli di controllo mungitrici, “dimenticando che quest’ultimi sono di competenza delle APA”; si raccolgono dati sulla frequenza e modalità delle visite aziendali dei tecnici “che appaiono interferire sul rapporto contrattuale di lavoro dipendente dei professionisti con l’ARAS il quale in qualità di datore di lavoro è già deputato alla verifica degli oneri contrattuali”. Infine, gli Ordini fanno presente che “ le interviste agli allevatori effettuate senza garantire l’anonimato appaiono in contrasto sia con il contratto di adesione firmato dagli stessi con l’ARA sia con la legge di tutela sulla privacy”.