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STRAGE DI CUCCIOLI DALL’EST

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LECCO- E' allarme per un'epidemia che fa strage di cuccioli. Lo ha lanciato Michela Brambilla, presidente della Lega per la difesa del cane. Gli animali erano stati acquistati a una mostra svoltasi alcune settimane fa al Palataurus. La situazione è stata denunciata anche da numerosi veterinari di Lecco e provincia che hanno visto crescere in modo inquietante il numero dei piccoli cani ammalati. La vicenda è ora anche all'esame della Guardia di Finanza per accertamenti sulla vendita degli animali. Le prime avvisaglie di epidemia risalgono a un paio di settimane fa, dopo una serie di richieste di intervento ricevute dagli studi veterinari della zona. «Ci siamo allarmati - spiega la dottoressa Anna Sesana - perché tutti i soggetti e tutti con poche settimane di vita erano affetti da patologie intestinali o parvovirosi. Alcuni di loro sono deceduti dopo una breve agonia, altri ancora, circa una decina, sono in cura con prognosi riservata». Individuare la provenienza dei cuccioli non è stato difficile. Nel mirino gli allevamenti dell'Est europeo. In questo caso la Slovacchia, come confermato dai controlli dei libretti sanitari con tanto di timbro di un veterinario di Vyskov, cittadina a 300 chilometri da Praga, nella Repubblica Ceca. Tutti gli animali erano regolarmente microcippati. La conferma che il mercato dei cuccioli provenienti da Romania, Ungheria, Polonia e dalle aree dell'ex Cecoslovacchia continua anche dopo i ripetuti allarmi e le numerose inchieste. Ma quanti sono i cucciolotti coinvolti nel business? «Per il momento - continua la dottoressa Sesana - non è possibile accertarne con esattezza il numero, ma un dato inequivocabile è subito emerso. La separazione dei cuccioli dalla madre avviene quando hanno poche settimane di vita, dopo trenta-quaranta giorni. Troppo presto perché significa privarli delle difese immunitarie che essi ricevono attraverso il latte materno». Numerose le testimonianze raccolte. Significativa quella di Cristina M.: «Il mio cane ha cominciato subito a stare male: non mangiava, accusa problemi di respirazione e intestinali. E’ morto dopo tre giorni. Sono andata ad Alpignano, in Piemonte, per averne un altro, come mi era stato indicato. Anche il nuovo cucciolo è stato male. E la prognosi non è ancora sciolta». ( articolo di Emilio Nessi, Corriere della Sera Lombardia, edizione odierna)