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SICURA 2004, INDAGINE SU ETICHETTE

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Sono stati illustrati nei giorni scorsi a Milano i dati di un’indagine Astra/Demoskopea sul rapporto italiani ed etichette alimentari. Durante la presentazione di Sicura 2004 - la 'tre giorni' sulla sicurezza alimentare in programma presso Modena Fiere dal 25 al 27 novembre con la partecipazione dell’ANMVI - il sociologo Enrico Finzi, ha spiegato il comportamento degli italiani di fronte alle etichette degli alimenti, distinguendo cinque categorie. C'e' chi non le guarda nemmeno e chi invece le analizza in modo quasi ossessivo. Di fronte alle etichette incollate sui prodotti alimentari gli italiani si dividono cosi': piu' di uno su quattro (il 25,9%) non le legge affatto, specie gli uomini di una certa eta', chi ha un basso livello culturale ed economico e i giovanissimi che ancora vivono con mamma e papa'; il 37,3% al contrario le adora, in genere 25-54enni istruiti e con reddito medio-alto, ma soprattutto le nuove casalinghe, le donne che lavorano e gli uomini single. A meta' tra i disinteressati e i 'fan dell'etichetta' ci sono poi i 'minimalisti marginali' (18,3%), anziani, poveri e poco colti che vogliono poche informazioni ma chiare; i 'neo-esteti' (9,6%), interessati alle etichette solo se sono belle da vedere, e le 'sospettose interessate' (8,9%), donne che le leggono ma non si fidano. Dalla ricerca emerge un'esigenza comune: ben il 74% degli italiani sogna infatti etichette piu' chiare e comprensibili. L'indagine, svolta con il contributo di cinque aziende, ha preso in considerazione cinque categorie di prodotti (olio d'oliva, biscotti frollini senza zucchero, prosciutto crudo in vaschetta, insalata pronta e zuppa ortolana surgelata) e per ognuna ha sottoposto agli intervistati tre etichette: una con le sole informazioni obbligatorie per legge e due piu' dettagliate. Ebbene, ha spiegato Enrico Finzi, presidente di Astra/Demoskopea, ''a fronte di un quarto di italiani che le etichette non le legge proprio (quota che scende a un italiano su sei, se consideriamo solo chi va abitualmente a fare la spesa), tre italiani su quattro le leggono piu' o meno spesso, pur con atteggiamenti diversi''. I piu' 'maniaci' ''vivono in genere nella ricca provincia del Centro-Nord, alla tv preferiscono la lettura, navigano in Internet e hanno una spiccata tendenza all''ecologico', al 'bio' e in certi casi ''all''equo e solidale''', ha riferito il sociologo. In generale, il dato che chi legge le etichette alimentari osserva con maggiore attenzione e' la data di scadenza (89,5%). Ai primi posti della classifica seguono gli ingredienti (82,1%), le istruzioni per la conservazione (78,7%), i valori nutrizionali (71,7%), l'azienda produttrice (71,5%), la presenza di additivi o Ogm (70,4%) e i consigli per la cottura o la preparazione (67,9%). Ma c'e' anche chi controlla l'origine (66,1%) o il marchio biologico (56,4%) e chi si informa sul servizio clienti (43,5%). Quanto alle etichette piu' gradite, se piu' 'stringate' oppure piu' 'prolisse', dalla ricerca risulta che alla maggioranza degli italiani piacerebbero etichette con piu' dati rispetto ai minimi di legge.