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IZS: LA BSE NON E’ PIU’ EMERGENZA

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Gli Istituti zooprofilattici sperimentali hanno organizzato ieri a Roma il convegno 'La gestione della crisi Bse', in collaborazione con il Ministero della Salute. Cala in maniera decisiva il numero di casi di Bse in Italia, tanto che nel nostro Paese l'emergenza 'mucca pazza' puo' dirsi superata. La paura si sposta verso nuovi Paesi, a partire da Stati Uniti e Giappone. ''La malattia, nell'ultimo periodo - ha sottolineato la responsabile del Centro di referenza nazionale per la Bse, Maria Caramelli - ha registrato un calo del 40% in tutta Europa, e in Italia in modo particolare. E' la prova dell'efficacia dei sistemi di sorveglianza e delle azioni degli Istituti Zooprofilattici - ha commentato l'esperta - messi in atto nel nostro Paese, a partire da due misure fondamentali: l'abolizione dei materiali a rischio sia dall'alimentazione umana sia da quella animale e l'eliminazione della contaminazione da carne e ossa nei mangimi''. Non e' piu' emergenza, dunque, ma e' in ogni caso necessario non abbassare la guardia: ''Per il futuro - ha affermato Caramelli - sara' determinante l'analisi del rischio alimentare''. Per questo, anche se la crisi e' sotto controllo, ha precisato l'esperta, le misure preventive ed i controlli, cosi' come l'eliminazione del materiale a rischio, restano: ''Per qualche anno - ha affermato - il livello di attenzione restera' il medesimo''. La globalizzazione dei mercati, a partire dalla nuova Europa a 25, hanno sottolineato il presidente della Commissione Sanita' del Senato Antonio Tomassini e Augusto Battaglia della commissione Affari sociali della Camera, ''ci impone di misurarci con nuovi rischi e sfide inedite''. Per questo, hanno rilevato gli esperti, fondamentale e' l'istituzione della nuova Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, la cui relativa proposta di legge e' in commissione Affari sociali: ''Abbiamo recepito le proposte delle regioni - ha affermato Battaglia - e mi auguro che ci siano le condizioni per compiere questo passo''. Un fronte, quello della Bse, che richiede in ogni caso una maggiore opera di informazione diretta ai consumatori, ha infine sostenuto la rappresentante italiana nel Consiglio dei consumatori dell'Ue Anna Bartolini. E c'e' un ultimo dato, ha concluso Bartolini, da non sottovalutare: ''L'Italia, insieme a Belgio e Portogallo, resta il paese dove si registra la maggiore carenza di controlli e di informazioni ai consumatori secondo l'ultimo 'Bse Report' della Consumers Association britannica'' In Italia l'incidenza si e' ridotta da 14 a 2 casi per milione di bovini. Il rischio che un bovino italiano sia colpito da Bse e' minore di circa il 10% rispetto ad Olanda, Belgio, Francia, Regno Unito e Spagna. Secondo una recente analisi degli organi di controllo competenti, la Francia stima in 300.000 unita' il numero di bovini sfuggiti al controllo e quindi immessi sul mercato; In Italia, la stessa analisi ha prodotto una stima di 2.000 unità.(ANSA)